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FENOMENOLOGIA DELLA METACOSA
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Non è nel contenuto che noi spettatori cogliamo qualcosa di comune tra loro, ma è nell'energia che ci trasmettono e
nella rappresentazione, appunto metafisica, che ci propongono degli oggetti e situazioni quotidiane...
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di Caterina Giomo
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Salite le scale della bella palazzina dedicata allo spazio Oberdan (Milano via Vittorio Veneto, 2), si entra in un'ampia stanza attraverso la quale ci si immerge in una dimensione particolare. astratta da tutto ciò che è detto ma non lontana da tutto ciò che si vede.
"Fenomenologia della Metacosa" è una mostra dedicata ad un gruppo di artisti che negli anni ottanta operarono a Milano nello studio di Gianfranco Ferroni creando, uniti da una comune poetica della vita, un movimento chiamato "Metacosa".
Formano il gruppo: Giuseppe Bartolini, Giuseppe Biagi, Franco Ferroni, Sandro Luporini, Lino Mannocci, Giorgio Tonelli.
Nonostante in alcuni casi gli artisti si siano dedicati a medesimi soggetti, non è nel contenuto che noi spettatori cogliamo qualcosa di comune tra loro, ma è nell'energia che ci trasmettono e
nella rappresentazione, appunto metafisica, che ci propongono degli oggetti e situazioni quotidiane.
L'approccio metafisico all'esistenza risulta filtrato attraverso l'occhio materiale e direttamente espresso attraverso il loro sguardo attento e preciso nei confronti della realtà.
Dipingono se stessi ma, attraverso di se, anche le atmosfere più rarefatte ed evanescenti spesso impercettibili all'occhio comune ma così vicine al sentire collettivo.
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Non si abissano mai in un'autoreferenzialità ma rimangono sempre al passo con il battito cardiaco, la loro tecnica e il colore, attraverso cui ci regalano quadri di una realtà "così lontana ma così vicina".
E' un'esperienza piacevole camminare per le stanze di questo spazio , un momento di gentile riflessione, di delicato volo dello spirito verso spazi interiori ed esteriori completi di tutti quegli attributi umani che ci fanno vibrare nel quotidiano.
Da sottolineare l'intensità e attualità dei mondi di Giuseppe Bartolini che con il suo iperrealismo ci offre paesaggi in cui oggetti comuni come gomme di auto e automobili risaltano su sfondi bianchi, acquistando una particolare plasticità e vivacità. I colori riempiono il nostro sguardo dandoci un’alternativa all’osservazione di questi oggetti quotidiani. La delicata narrativa di Sandro Luporini ci lascia immergere dolcemente in mondi color pastello pieni di poesia e di ricordi, di malinconia ma anche di grande serenità.
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(11/09/2004)
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