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NOTE D'AUTORE: BUNGARO. INTERVISTA
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Intervista a Bungaro, l'artista del pentagramma, musicista eclettico che tra un concerto e l'altro si dedica al talento di chi ce l'ha, ma ancora non sa di averlo...
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di Janet De Nardis
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Bungaro nasce a Brindisi il 23 maggio del 1964 e da sempre si dedica alla musica, ma artisticamente viene conosciuto grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo del 1988 con il brano “Sarà forte”. Da quel momento la sua carriera sarà tutta in salita e lo porterà nel 2004 a scrivere “Guardastelle” , brano con il quale raggiunge il quinto posto nella classifica finale del Festival della musica italiana.
Stiamo parlando di un artista fuori dal comune. Un uomo che ha scelto di cercare la qualità in ogni avventura intrapresa. Ne avevo sentito parlare molto bene da voci autorevoli in campo musicale e avevo apprezzato alcune sue canzoni, ma non mi ero mai interessata veramente al lavoro di questo artista. Poi, il 28 gennaio, mi sono imbattuta in un suo concerto in un locale jazz di Roma: La palma. Qui ho scoperto un cantante con una straordinaria capacità di trasmettere emozioni e di coinvolgere il pubblico.
Come dice lui stesso in apertura al suo concerto: “C’è sempre un luogo e una scenografia che accompagna un’incontro. Dovunque questo avvenga, in uno spazio chiuso o in uno spazio aperto. C’è sempre in un incontro, un luogo e un punto di partenza, dove capisci che da quel punto e da quel luogo è cominciata una storia, qualunque storia sia: di amore o di amicizia che poi è la stessa cosa".
E partecipando ai concerti di Bungaro succede sempre di incontrare altri artisti straordinari, come in questo caso: sul palco si sono avvicendati il sassofonista Stefano Di Battista e un inedito Neri Marcorè in versione cantante. Con quest’ultimo Bungaro ha offerto al pubblico un bis da ridere, grazie alla parodia di Amedeo Minghi.
Con questo concerto, che è stato solo l’inizio di un lungo tour che avrà alcune tappe anche in Slovenia, il pubblico è trascinato alla riscoperta di un rapporto diretto e romantico, in cui la canzone deve far riflettere, far vivere o rivivere un momento particolare o più semplicemente trasmettere emozioni.
In realtà questo concerto è stato solo un piccolo saggio di un percorso importante fatto delle tante collaborazioni internazionali con Youssou N'Dour, con la brasiliana Daniela Mercury e la slovena Tinkara, con il regista francese Patrice Leconte, ma anche di quelle che lo hanno portato a scrivere per i grandi nomi della canzone italiana, tra i quali Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Grazia Di Michele, Syria, Gerardina Trovato, Stefano di Battista e Niky Nicolai, Patrizia Laquidara, Eramo e Passavanti.
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A distanza di poco più di un mese dal concerto che me lo ha fatto scoprire, ho incontratoBungaro per un’intervista e gli ho chiesto cosa fa di lui un “artigiano della musica”. Mi ha risposto: “l’amore per la vita fatta di note, parole,emozioni e colori”. Mi ha raccontato della sua arte intesa come vita d’autore trascorsa spesso nella sua casa nel cuore della capitale, ma immersa nel verde.
E` lì che spesso trova ispirazione per una comunicazione diversa dal comune “sentire”. Bungaro ha, infatti, il merito di saper coniugare la melodia che caratterizza la musica italiana ad una continua ricerca.
La sua vita è un progressivo intrecciarsi di esperienze che lo hanno portato ad essere non solo cantante ed autore, ma anche produttore e scrittore.
Eppure nonostante le sue infinite abilità, ciò che preferisce maggiormente è insegnare ai giovani artisti, attraverso stage in tutta Italia, come portare alla luce il proprio talento. Si tratta di un lavoro impegnativo che Bungaro abbraccia con passione. Attraverso esso si sente come uno strumento dell’anima. E` un lavoro sulla psicologia dell’interlocutore, un percorso in full immersion che ha come finalità l’emergere del talento espressivo di ciascun partecipante.
L’ ecletticità di Bungaro lo vede infine coinvolto come autore della colonna sonora del film-documento "Con la mano di Dio" (produzione Sky-Fandango Libri; progetto DVD + libro con scritti inediti di Marco Lodoli, Sandro Veronesi, Walter Veltroni). Il libro in questione è intitolato “La matematica del goal” in quanto si parla dei molti argentini morti durante la guerra Falkland/Malvinas, partendo dal gol di Maradona durante la partita Argentina-Inghilterra nel 1986.
Infine navigando su internet, per chi cercasse informazioni sulla sua produzione artistica, ci si imbatte nel sito ( www.bungaro.it
) e si viene rapiti dalle note di brani come "Occhibelli", "Agisce" e "Guardastelle, che trascinano I pensieri in un mondo onirico.
Insomma, per tutti coloro che ancora oggi non avessero avuto occasione di conoscere la musica di questo artista, consiglio di assistere ad uno dei suoi show da artigiano del pentagramma. Merita di essere conosciuto.
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(12/03/2007)
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