I Nouvelle Vague sono arrivati per la prima volta in Italia nel 2004, per presentare l'omonimo album inquadrato come uno dei più originali esempi di come il pop possa trovare sempre nuove soluzioni guardando al passato. L'originale progetto, voluto dai produttori francesi Marc Collin e Olivier Libaux esponenti di spicco dell'elettronica europea, non è risultato né effimero né banale.
Il sound del disco è piacevolissimo, fresco, a volte sensuale, ingenuamente magico, anche perché le giovani cantanti prescelte (sei francesi, una brasiliana ed una newyorkese) hanno interpretato le canzoni senza aver mai ascoltato le versioni originali. La notorietà di diversi motivi proposti conduce inesorabilmente l'ascoltatore a canticchiare i ritornelli e ricordare motivi lontani nel tempo; con uno spirito diverso, certo, che però non deturpa il ricordo dei brani. La new wave riscritta con il vocabolario della bossa nova.
Nouvelle Vague si traduce letteralmente in inglese con 'new wave', mentre in portoghese con 'bossa nova'. E se due più due fa quattro ecco svelata la magia che sta dietro alla musica di questo progetto: classici della new wave anni '80 reinterpretati con gli stilemi tipici della bossa nova brasiliana.
Ideatori e artefici di questa creatura musicale sono i francesi Marc Collin e Olivier Libauax. Il primo, animatore della scena elettronica francese dalla fine degli anni '80, ha poi lavorato come produttore, compositore di colonne sonore, dando anche vita al duo trip-pop Ollano e ai Volga Select a fianco di Ivan Smagghe. Libaux, dal suo canto, trascorre gli anni '90 suonando in numerose pop band francesi, finché non incontra Collin nel 1998.
Dopo aver collaborato a vari progetti, nel 2003 i due hanno la folgorante idea di prendere una manciata delle loro canzoni preferite dal repertorio new wave, scomporle fino ad ottenerne solamente gli accordi base, riarrangiarle secondo i dettami della bossa nova (impreziositi da tocchi jazz e pop anni '60) e coinvolgere alcune vocalist, con la certezza che non avessero mai ascoltato in vita loro quei brani. Scelta bizzarra? Tutt'altro. Collin e Libaux vogliono avere al certezza che i brani vengano cantati come se fosse la prima volta.
Il risultato finale è l'omonimo disco (noto anche come "Nouvelle Vague I") pubblicato nell'estate del 2004: tra i classici rivisitati figurano "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division, "Making Plans For Nigel" degli XTC e "Guns Of Brixton" dei Clash.
Quello di Collin e Libaux sembra il classico progetto destinato a concludersi con un unico e irripetibile episodio, e invece nel giugno 2006 esce il secondo lavoro in studio del duo francese, "Band A Apart" (subito ribattezzato "Nouvelle Vague II"), titolo ispirato all'omonimo capolavoro di Jean-Luc Godard (giusto per restare nel medesimo universo di riferimenti culturali).
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