Nato per celebrare i vent’anni della compagnia Ultima Vez, lo spettacolo ripropone, rivisitandoli, alcuni frammenti di spettacoli storici del grande coreografo belga e rappresenta un’occasione unica per scoprire l’universo di questo artista.
Si ripercorrono quindi alcuni brani di What the body does not remember (1987), Immer das selbe gelogen (1991), Bereft of a blissful union (1996), 7 for a secret never to be told (1997), In spite of wishing and wanting (1999), Inasmuch as life is borrowed… (2000).
Vandekeybus ha voluto in sostanza «guardare nello specchio» e ricordare, presentando così una visione d’insieme del proprio lavoro di tanti anni. E proprio specchio vuol dire in olandese lo “Spiegel” del titolo.
Lo spettacolo si concentra sul linguaggio del movimento inventato da Ultima Vez (in spagnolo “L’Ultima Volta”), compagnia nata a Madrid nel 1986, allora fondata con alcuni giovani danzatori privi di esperienza.
La danza di Vandekeybus ha, come sempre, un legame molto stretto con la musica. “Spiegel” – spiega il coreografo – va visto come una sorta di cena fatta con gli ingredienti del passato. Si inizia con un aperitivo dal gusto raffinato, si finisce con un delizioso dessert e del liquore. È quindi logico che le scene con le musiche di De Mey precedano quelle sulle musiche di Ribot, dove si è già un po’ alticci. «La cena si conclude nel migliore dei casi con il pubblico che si trascina a casa sulle ginocchia e sui gomiti».
L’energia riempie i movimenti dei nove danzatori-acrobati, la loro danza è estremamente fisica, non prevede sosta. Con una forza senza limiti, saltano, corrono a perdifiato, si proiettano nello spazio per aggrapparsi l’uno all’altro.
Uno dei pezzi sicuramente più “forti” è la coreografia tratta da What the body does not remember, che nel 1987 fu accolta dapprima con una certa dose di scetticismo e poi, come spesso accade, divenne un successo internazionale. I temerari ballerini si lanciano grossi mattoni di pietra con una sincronizzazione assoluta e una fiducia totale nella loro prontezza di riflessi: il pubblico è mantenuto letteralmente col fiato sospeso, i più pensano “Qui qualcuno si farà male...” e invece tutto fila liscio con matematica precisione.
Il lavoro di Vandekeybus sembra spingere i danzatori oltre i loro limiti, in un'osmosi totale di movimento e musica. “Spiegel” è uno spettacolo di forte impatto, che esprime energia, pericolo, tensione e libertà.
Opera perfetta per un festival che si intitola “Equilibrio”, e che ha offerto peraltro una preziosa occasione a 16 danzatori professionisti di seguire in questi giorni un seminario condotto da Inaki Azpillaga, assistente del coreografo.
Wim Vandekeybus "Spiegel"
4-5 febbraio 2007
Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi, ore 21
Compagnia Ultima Vez
Regia e coreografia: Wim Vandekeybus
Interpreti: Laura Arìs, Elena Fokina, Robert M. Hayden, Germàn Jauregui Allue, Jorge Jauregui Allue, Mala Kline, Thi-Mai Nguyen, Manuel Ronda, Helder Seabra
Musiche: Arno& Ad Cominotto, David Byrne, Thierry De Mey, Pierre Mertens, Marc Ribot, Peter Vermeersch
Equilibrio - Terza edizione del Festival della nuova danza (3-28 febbraio 2007)
Auditorium Parco della Musica - Roma
Biglietti: 20.00 € (posto unico)
Biglietteria: 199.109.783 (servizio a pagamento)
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