Mi piace definire la rabbia come una forza centrifuga che ha una sua potenza intrinseca che può essere creatrice o distruttrice, a seconda di come la si sente ed usa.
E’ creatrice quando diventa un mezzo per essere assertivi ed incisivi, per situazioni o modalità di comunicazione altrimenti “perdenti” (es. il rispetto di un ruolo autorevole avviene in modo più diretto se chi lo esprime si pone nella condizione interiore di chi può anche attaccare piuttosto che essere attaccato, se si usa un tono di voce medio-alto piuttosto che medio-basso), per affrontare in modo positivo le sfide
(pensate a due felini che difendono il loro territorio sfidandosi con sguardi e versi…non sempre passano all’attacco diretto).
E’ altrettanto creatrice quando diventa la fonte da cui sorge un’espressione artistica.
Sostanzialmente, la rabbia è creatrice quando la si usa da agenti attivi, piuttosto che farsi usare passivamente da questa energia, che in tal caso può diventare aggressività incontrollabile e distruttiva per se stessi e per gli altri.
Proviamo a scoprire quali possono essere le motivazioni che inducono ad evitare di affrontare e “guardare in faccia” questa emozione.
Nel mio lavoro psicoterapeutico mi capita di osservare queste ragioni, tra le altre:
- la persona percepisce la potenza dell’emozione della rabbia e ne ha paura;
- esiste il condizionamento di “far buon viso a cattivo gioco”…ma il prezzo per mantenere il “viso buono” è il blocco nella pancia ed anche in altre parti del corpo;
- si prova disagio e a volte anche vergogna ad esternare questa emozione;
- la parte di noi abituata a bloccare le emozioni forti ci dice che non serve a nulla esternare la rabbia, magari lavorandoci ed affrontandola in maniera concreta, perché tanto le situazioni che fanno sentire questa emozione si ripresenteranno inevitabilmente.
C’è la tendenza a giudicare a priori la rabbia come negativa e distruttiva.
Tutte queste motivazioni possono essere comprensibili, ma è altrettanto importante rendersi conto che ciò che si sente dentro, come reazione a ciò che accade attorno a noi, quando non viene espresso rimane in un angolino dentro di noi, pronto a venir fuori, magari attraverso un’esplosione oppure creando una nuova implosione che vuol dire disagio anche a livello corporeo.
Personalmente sono continuamente meravigliata di quanto possa cambiare una persona, anche a livello fisico, espressivo, posturale, dopo avere lavorato sulla propria rabbia, ossia averla sentita, vista ed infine espressa.
Si può sperimentare una sensazione di pace interiore che permette anche di vedere la propria realtà più lucidamente, tutto ciò accompagnato dalla consapevolezza di avere affrontato e cavalcato la sfida di contattare la propria energia.
Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800
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