Ogni pinguino ha, fin da piccolo, la propria canzone del cuore che gli servirà per trovare la compagna o il compagno della vita. Mambo è un pinguino atipico che sa solo ballare. E questo gli costerà la cacciata dalla propria comunità.
Mambo è un pinguino strano, diverso dagli altri: non sa cantare – a differenza degli altri - ma sa ballare benissimo, donde il nome. Il problema è che nessun pinguino della sua comunità può trovare una compagna ed inserirsi se non ha una propria canzone. E Mambo lo avrà presto chiaro, tant’è che verrà scacciato. E attraverso mondi lontani e sconosciuti, attraverso peripezie di ogni sorta, scoprirà che essere diverso può salvargli la vita.
Una pellicola fresca, pensata per un pubblico di bambini ma adatta, a livelli diversi, anche agli adulti. Una storia strutturata su diversi piani narrativi: dalle introspezioni di Mambo alla narrazione esterna di una voce parlante che racconta le gesta di questo pinguino che sfidò il mondo, non solo il suo. Una trama lunga ma, per ovvi motivi, semplice: di facile comprensione, ma con riferimenti all’attualità, alla problematica ambientalista, al problema dell’integrazione e della diversità.
Rimane, però, un film d’animazione, poco impegnato e poco complesso. Ma un ottimo spunto per avviare i bambini al mondo circostante, con i limiti e le crudeltà di cui è protagonista. Un assaggio di quello che anche i bambini vivono già: la vita.
Happy Feet si rivela sobrio e delicato, diretto, non si fa mancare nessun riferimento e nessuna (sottile) critica ma lo fa in modo posato, senza eccessi e senza fronzoli: una modalità di espressione piuttosto tipica di quel mondo dell’infanzia a cui il film è rivolto.
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