Da quest’anno Aperitivo in Concerto inaugura una nuova fase accogliendo nella sua programmazione alcuni illuminanti esempi di quelle performing arts diventate ormai lo strumento privilegiato delle espressioni artistiche, modificando radicalmente gli impianti storicamente assodati e consuetudinarî del rituale concertistico.
Non è un caso, dunque, che l’edizione 2006-2007 si inauguri con uno spettacolo della grande poetessa e compositrice Laurie Anderson, The End of the Moon (21 settembre), un poema per violino in cui è presente un complesso uso della tecnologia. Una sorta di reportage dell'esperienza della Anderson come "artista residente" alla Nasa, ma anche flusso di immagini frutto di un intimo viaggio dell’artista tra domande e questioni capitali del pensiero occidentale.
Altrettanto significativa è la prima esibizione europea di VisionIntoArt (1 ottobre), forse la più dinamica, creativa e applaudita compagnia di performing arts in attività negli Stati Uniti, in programma Remix and Sounds, un lavoro al contempo teatrale, coreografico e musicale basato sulle opere e gli scritti di Vasilij Kandinskij .
Di grande interesse è il progetto multimediale ideato, progettato e realizzato da John Zorn (3 dicembre): Moonchild, un fremente impasto di sperimentazione, improvvisazione musicale e linguistica (pre-verbale), virtuosismo strumentale, che compone e scompone un affresco musicale che oscilla fra echi minimalisti e violente esplosioni foniche ispirate al rock e persino al death metal - si avvale della partecipazione di un vocalist d’eccezione come Mike Patton (ex Faith NO More).
Aperitivo in Concerto ospita inoltre due fra le più significative compagnie oggi presenti sulla scena internazionale: Diavolo Dance Theater (prima europea: 12 febbraio) e Hubbard Street Dance Company (prima data italiana: 12 marzo), rappresentanti di pregio di una creatività appassionante e veramente fuori dell’ordinario nel coniugare linguaggio del corpo e “arti performanti”.
Saranno presenti sul palcoscenico del Teatro Manzoni artisti che da tempo fondono la propria identità culturale con altre tradizioni linguistiche: è il caso del celeberrimo gruppo Oregon (29 ottobre) in un atteso ritorno a Milano, e del geniale batterista e compositore Jack DeJohnette, che dialoga con un grande interprete della cultura africana, il virtuoso di kora Foday Musa Suso (10 dicembre).
La stagione ospita anche grandi protagonisti della musica improvvisata: il leggendario sassofonista Lee Konitz (12 novembre), a capo di un nonetto che include alcuni fra i migliori solisti della più recente scena improvvisativa di New York; un affascinante poeta come il celebrato bassista Steve Swallow che, affiancato dal sassofonista ed arrangiatore israeliano Ohad Talmor (19 novembre), guida un gruppo di eccezionali solisti in una sofisticata rievocazione della stravinskiana Histoire du Soldat intitolata Histoire du Clochard, dedicata all’interpretazione di alcune fra le più incantevoli composizioni di Swallow; il contrabbassista Marc Johnson, uno fra i protagonisti della musica improvvisata dell’ultimo ventennio, leader di un complesso straordinario quale Bass Desires(5 febbraio), che include musicisti di statura eccezionale come i chitarristi John Scofield, Bill Frisell e il batterista Peter Erskine; un protagonista dell’improvvisazione contemporanea quale il trombettista Dave Douglas (5 novembre) che, alla guida di un quintetto che comprende artisti quali Uri Caine e il tenorista Donny McCaslin, presenterà il suo più recente progetto discografico, in cui tradizione e innovazione si fondono con risultati di affascinante espressività; un sassofonista e compositore come Wayne Shorter(23 aprile), personalità fra le più alte nella storia del jazz, che presenta al Teatro Manzoni il suo giustamente osannato quartetto, di cui fanno parte il pianista Danilo Perez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade.
NUMERO VERDE: 800-914350
e-mail: aperitivi@fininvest.it
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