Paese qualsiasi. Facce comuni. Un gruppo di amici, come ce ne sono tanti. Questo forse ha qualche ritocco in più. Ma tutto sommato è credibile. Mattie (Kristen Bell) è bella, bionda, magra e malinconica.
Il suo ragazzo Josh (Jonathan Tucker) l’ha lasciata. Due giorni dopo, lei lo va a trovare. Lui la fa entrare in casa. È strano, assente, spento. Infelice. Le dice di aspettare, prende il filo del telefono e si impicca. Mattie vuole solo dimenticare. Uccidere il dolore.
Ma il nostro eroe Dexter (Ian Somerhalder) sta per entrare in scena. Bello e dannato, come tutti gli eroi. Ha la faccia sporca ed il cuore buono. Compra, per pochi soldi, il computer di Josh. E scopre una realtà inquietante. Qualcosa che dovrebbe tornare a vivere dietro lo schermo.
Scene di morte si rincorrono come una preghiera. Scotch rosso, per non farli entrare. Per non far entrare chi? Mattie ed il tenebroso Dexter iniziano a cercare. Strane coincidenze di suicidi e sparizioni. Occhi vitrei ci spiano. Chi sono? Cercare risposte. Cercare soluzioni. Cercare una via di fuga, tra le altre cose.
L’idea di un virus letale non è nuova, per le pellicole del genere. Ma sono di certo spettacolari le fotografie del film. Un riassunto della storia del cinema horror. A detta di taluni, neppure una summa brillante. D’altronde, se lo si volesse interpretare come un monito, avremmo di che temere.
Al principio, fu un virus. E poi? L’unica cosa che ci rimane è fuggire. Il mondo non ci appartiene più.
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