“Un uomo non vede altro…!”.
Questo è uno degli slogan di un canale TV a pagamento che trasmette esclusivamente programmi per individui (o masse!) di sesso maschile.
Un paio di volte ho curiosato e visto personalmente dei flash di questi programmi.
…mi sono detta che, se dovessi essere un’anima che deve ancora decidere che corpo indossare…, sarebbe deprimente pensare di essere un uomo a cui piacciono solo film d’azione, horror, sport come la lotta, etc.
Se un uomo realmente non vedesse altro…
Ciò di cui si circonda una persona (relazioni umane, oggetti, situazioni, ecc.) è la sua diretta proiezione. Ossia, esprime la sua personalità, le sue paure, quello che vuole, quello che non vuole.
E’ innegabile che, ormai, le verità e le realtà sono diventate sinonimo di ciò che fa tendenza. Ma da dove hanno origine queste tendenze?
Dal punto di vista sociologico, si potrebbero scrivere fiumi di parole, snocciolare teorie, fare ipotesi e verificarle. Dal punto di vista psicologico, uno degli effetti del “preconfezionare” una certa visione della realtà, a mio avviso, è accentuare la tendenza alla depersonalizzazione che stiamo vivendo in questo nostro contesto storico-culturale.
Come disturbo mentale, la depersonalizzazione porta a sentimenti di distacco da se stessi.
Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) ci dice che il disturbo di depersonalizzazione porta la persona a sentirsi come un automa, oppure come se stesse vivendo in un sogno o in un film. Può esserci… anestesia sensoriale, mancanza di reazioni affettive.
Senza far riferimento a forme psicopatologiche, quanti quotidianamente hanno la sensazione di perdere la centralità del proprio Io, come motore della propria individuale e unica vita psicofisica?
Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800
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