VIAGGIO SCIAMANICO: UN’ESPERIENZA IN REALTA’ PARALLELE
Nella società moderna si è persa la capacità di allargare le proprie percezioni, tipica dell'essere umano. Con la Caccia all'anima la possiamo recuperare.
di Giancarlo Tarozzi
Contrariamente ad una certa abitudine di pensiero sviluppata soprattutto nella civiltà occidentale, il fatto che le tecniche sciamaniche facciano riferimento soprattutto alle facoltà dell’emisfero destro del cervello, quello intuitivo, sintetico, e non a quelle della parte sinistra più razionale, analitica, non significa affatto che le esperienze vissute siano meno reali, anzi...

Negli anni ‘60 Aldous Huxley, Timothy Leary ed altri ricercatori americani che portavano avanti un programma di ricerche sulla mente umana mediante l’uso di allucinogeni per conto dell’università californiana di Berkeley, affermarono che nei primi anni di vita (nei quali il bambino utilizza quasi esclusivamente la parte destra del cervello) riceviamo un fiume enorme di stimoli dall’ambiente. Con il passare degli anni, la funzione del cervello è quella di “valvola riduttrice”: filtra le informazioni che ritiene inutili, per permetterci di scegliere quelle che ci servono per agire nella vita quotidiana.

Il problema, specialmente nel mondo occidentale contemporaneo, è che questa funzione di filtro del nostro cervello è diventata quasi irreversibile, e diventa sempre più difficile riaprirsi ad una visione più vasta.

L’uomo ha da sempre sviluppato tecniche per allargare le proprie percezioni della realtà: piante maestre, tecniche respiratorie, tecniche defatiganti, digiuni ascetici, Trance Dance, uso tantrico dell’energia sessuale…

Una di esse è la caccia all’anima, (cfr. a questo proposito “Caccia all’Anima” di G. Tarozzi, Ed. Amrita) vero e proprio viaggio sciamanico in uno spazio interiore; chi partecipa ad un seminario e vive questa esperienza si rende conto ben presto che tale spazio é regolato da leggi precise come quelle della realtà che definiamo ordinaria.

É un viaggio in quelle che potremmo definire “dimensioni parallele” rispetto a quella abitualmente proposta dai cinque sensi: quando gli sciamani parlano di “piante maestre” si riferiscono al fatto che queste sostanze non fanno altro che indicare l’esistenza di altri piani di realtà, perché poi l’individuo nel suo cammino trovi gli strumenti per avventurarvisi in maniera del tutto naturale, senza più bisogno di ricorrere all’aiuto di sostanze esterne.

Riaprire le potenzialità del cervello significa riaprirsi ad una relazione più profonda e completa con la realtà, al di la’ delle limitazioni sensoriali.


Per informazioni sui prossimi seminari di Caccia all'anima consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(14/06/2006)