Nella sala da ballo della nave da crociera Poseidon, in viaggio nell’Atlantico del Nord, si festeggia l’ultimo dell’anno. L’ufficiale in comando, esaminando l’orizzonte, si rende conto di un cambiamento improvviso del movimento dell’acqua e alzando lo sguardo vede proprio davanti a se, un’onda anomala alta più di 45 metri.
L’onda colpisce con forza colossale la nave, rovesciandola violentemente sotto sopra. L’intero equipaggio viene lanciato in caduta libera, schiacciato dalle macerie e dall’esplosioni delle condutture del gas. I pochi superstiti rimangono accalcati nella sala da ballo ancora intatta, ma la pressione dell’acqua irrompe dalle crepe delle finestre. In questo clima di assoluto caos, un gruppo di pochi uomini lottano per la sopravvivenza, decisi a trovare la strada verso la superficie.
Il colossal americano firmato Warner Bros arriva nelle sale di tutta Italia. Ispirato al film del 1972, L’avventura del Poseidon, prodotto da Irwin Allen e diretto da Ronald Neame, il nuovo film di Wolfgang Petersen, acclamato regista di Troy e la Tempesta perfetta, racconta la drammatica storia del Poseidon, un lussuoso transatlantico colpito da un’onda anomala la notte di capodanno.
L’assoluta atmosfera di caos e devastazione è resa da una notevole applicazione degli effetti visivi utilizzati per la realizzazione del muro d’acqua alto più di quarantacinque metri.
La società leader ILM, che in passato aveva contribuito a realizzare gli innovativi effetti acquatici per La tempesta perfetta di Petersen, ha innalzato ancora il suo livello di prestazione nelle nuove tecniche di rendering che danno vita all’onda anomala. Il film sottolinea l’esistenza di fenomeni rari e devasti che colpiscono il globo sempre più di frequente.
I rapporti radar degli ultimi 12 anni hanno registrato una massiccia presenza di onde anomale nelle acque oceaniche, onde che si sviluppano autonomamente e in assenza di forti correnti. Secondo gli scienziati, questi fenomeni sono il frutto di forze concentriche e convergenti attribuite al cambiamento delle condizioni climatiche e meteorologiche degli ultimi decenni.
Nella pellicola di Petersen si respira un’atmosfera di tensione claustrofobica. La nave, una elegante struttura ultramoderna realizzata con particolare attenzione al dettaglio (si pensi alle decorazioni e alla “P” riprodotta nei bottoni delle uniformi dello staff), è protagonista indiscussa dell’intera vicenda.
L’acqua trascina il transatlantico verso il fondo e il simultaneo movimento della massa, suggerisce compenetrazione con il mondo “oscuro” dell’universo marino. Le gocce d’acqua, realizzate attraverso la dinamica computerizzata dei fluidi, ovvero la tecnologia che permette una migliore simulazione del movimento acquatico, colpiscono gli oggetti, favorendo realismo.
Il Poseidon di Petersen ha il merito di aver elaborato una particolare fotografia della luce lunare. L’illuminazione notturna si riflette nell’acqua proiettandosi al di là dello schermo. L’esperienza luminosa coinvolge lo spettatore, catapultandolo improvvisamente nella vicenda filmica come osservatore partecipante.
La storia del Poseidon ci colpisce per la sua introspezione psicologica. Quello di Peterson è un film legato alla sopravvivenza, alla forza imprevedibile di madre natura che ingloba ogni cosa. La pellicola pone una domanda stimolante e personale: cosa succede se l’intero mondo venisse rivolto sotto sopra?
La lotta alla sopravvivenza è l’istinto primordiale dell’esistenza umana, ciò che ci spinge con impulso nelle cose, sottovalutando l’importanza degli affetti. In questo senso il film è privo di storie d’amore appassionanti e di artifizi narrativi. Il protagonista è l’oceano che interagisce con la nave e viceversa. Un film che vanta una lunga lista di appassionati e che ha il merito di aver reso omaggio all’acqua e al suo mistero, per la prima volta inteso senza l’elemento “uomo”.
|
|