GLI ITALIANI SI SENTONO BENE?
CONVINZIONI E DUBBI

Gli italiani si reputano in salute, ma fanno poco per mantenersi in forma. Primi nemici dello star bene sono stress e inquinamento.
di Erika Monati
In salute e soddisfatti, ma con qualche dubbio
I lavoratori italiani si reputano le persone più in buona salute nel mondo (49% di persone che lavorano ritengono di avere una salute molto buona), mentre tale percezione scende al 18% per i pensionati. Gli italiani sono anche soddisfatti dell’assistenza sanitaria che ricevono: il 59% dei lavoratori e il 62% dei pensionati. Questa soddisfazione, però, si riduce se si considera i “molto soddisfatti”: in questo caso troviamo l’Italia nei tre ultimi posti della classifica internazionale assieme a Hong Kong e Giappone.

Il risultato è confermato anche dalla recente ricerca di AXA Italia “Collaborazione pubblico privato: un futuro di sistemi misti nella sanità” che ha evidenziato la soddisfazione degli italiani verso il Sistema Sanitario Nazionale, ma che nel contempo ha sottolineato alcuni elementi di criticità, come l’elevata spesa diretta da parte degli assistititi che raggiunge nel nostro Paese una percentuale del 23%, ponendoci ai primi posti fra i paesi Ocse.

Secondo la ricerca internazionale “La pensione nella vita e nell’immaginario degli italiani”, la quasi totalità degli italiani affida la propria salute al Sistema Sanitario Nazionale (83% dei lavoratori e 84% dei pensionati), ma si stanno diffondendo anche programmi integrativi finanziati dal datore di lavoro (36% dei lavoratori) e programmi individuali, completamente privati, che raggiungono il 14% dei lavoratori e l’8% dei pensionati. Per quanto concerne questi ultimi, la pensione è considerata generalmente un periodo di vita attiva che nulla a che vedere con la vecchiaia: gli italiani ritengono infatti che si diventa vecchi a 73 anni (lavoratori) e a 75 anni (pensionati) solo dopo, rispettivamente, 10 o 17 anni dalla cessazione dell’ultimo lavoro. I pensionati italiani risultano però, rispetto agli altri Paesi, quelli meno attivi: solo l’8% si dedica a un hobby; appena il 7% viaggia; l’8% si dedica al giardinaggio, mentre il 18% dedica il suo tempo alla famiglia.
Gli italiani, quindi, stanno cominciando ad interrogarsi su come sia possibile tutelare al meglio la propria salute, anche perché esistono aree ancora poco o nulla tutelate. Il 23% dei pensionati italiani teme infatti il rischio del decadimento fisico.

Poco sport e poca dieta
Alla domanda su come gli italiani agiscano per mantenersi in forma il 49% dei lavoratori risponde con lo sport e l’esercizio fisico, una scelta seguita anche da 36 pensionati su 100. Per quanto questi valori possano apparire elevati, ci collocano comunque al penultimo posto nella classifica internazionale degli sportivi, seguiti solo dal Giappone. Anche nell’attenzione a dieta e corretta alimentazione gli italiani sono al penultimo posto, seguiti questa volta dai Belgi: il 32% dei lavoratori dichiara di fare attenzione al cibo, così come il 28% dei pensionati.

Lo stress è il pericolo numero Uno
Per gli italiani la principale minaccia alla salute è rappresentata dallo stress, (86% dei lavoratori e 75% dei pensionati), segue l’inquinamento (82% dei lavoratori e 76% dei pensionati) e il fumo (rispettivamente 57 e 46%).
Tra i pericoli che minacciano la salute, quelli relativi al bere e al mangiare sono percepiti dagli italiani come secondari. Infatti, teme i cibi industriali e i fast food solo il 52% dei lavoratori e il 40% dei pensionati. Anche i pericoli relativi all’alcool sono poco percepiti (42% dei lavoratori e 38% dei pensionati). Un risultato che ci vede seguiti solo dall’Australia e preceduti, ad esempio, dalla Francia e dalla Spagna. Dati, questi, che rivelano come l’attenzione alla prevenzione sia ancora scarsa nel nostro Paese.


(24/04/2006)