CHI DORME NON PIGLIA… INFARTO NE' DEPRESSIONE
Non sottovalutate mai l’insonnia! A lungo andare potrebbe creare problemi di natura cardiovascolare e depressiva. Evitate soluzioni “fai da te” e sentite il parere del medico. Ricordate: chi dorme bene, vive meglio!
di Ugo D. Perugini
Ormai è scientificamente provato: dormire a lungo e bene consente di allontanare il rischio di subire infarti o eventi cardiovascolari, nonché di soffrire di disturbi e sintomi depressivi. Infatti, chi dorme poco e male, oltre a vedersi condizionata pesantemente la vita con problemi di concentrazione – nel 22,2% dei casi – e di ansia – nel 20,5% dei casi – mette a repentaglio anche la salute del suo cuore.

Gli studi Morfeo, svolti attraverso un’indagine che ha coinvolto oltre 1300 psichiatri, hanno portato alla luce risultati davvero preoccupanti in questo senso. Il 67,1% delle persone che soffrono di insonnia è tre volte più a rischio di infarto rispetto a chi dorme in modo adeguato. Secondo il prof. Parati – primario cardiologo all’Istituto Auxologico di Milano – il sonno svolge l’importante compito di fare da modulatore della funzione cardiovascolare. Si è rilevato, infatti, che il 39% dei pazienti che hanno subito un infarto al miocardio soffriva, prima di questo evento, di problemi di insonnia.

Occhio al CAP rate!

Bisogna però prestare particolare attenzione al proprio modo di dormire. L’insonnia è dannosa perché influenza in modo determinante il sistema ormonale, immunitario e neurovegetativo. Però lo è altrettanto quel fenomeno che i medici chiamano CAP rate, cioè la frequenza eccessiva di microrisvegli notturni. (Cyclic Alternating Pattern). Infatti, un “sonno a intermittenza” non permette di ripristinare i valori normali dei diversi neurotrasmettitori ed ormoni.

Il fenomeno non è irrilevante perché sembra coinvolgere circa 12 milioni di italiani che di notte si mettono a contare le pecore e si girano e rigirano nel letto senza trovare pace e… sonno! Eppure, per quanto fastidioso sia questo problema, spesso viene sottovalutato, tanto è vero che il disturbo è scarsamente diagnosticato: pochi si recano dal medico per segnalarlo né vengono predisposte terapie specifiche (solo il 16% di chi soffre di insonnia si cura!). Gli altri cercano di resistere, tra sofferenze, sbadigli e soluzioni “fai da te”.

Cosa consigliano i medici

I medici, soprattutto gli psichiatri, auspicano una maggiore sensibilità al problema dell’insonnia e si orientano in genere verso farmaci ipnoinducenti, escludendo quelli benzodiazepinici (tipo Valium, per intenderci) che sono medicinali sintomatici, cioè agiscono sul sintomo ma non sulla malattia effettiva.

Tra i farmaci consigliati lo Zolpidem che induce un sonno simile a quello fisiologico senza causare reazioni collaterali, come bassa vigilanza cognitiva o temporanee perdite di memoria. Utile anche lo Zaleplon, la cui interazione con altri farmaci assunti contemporaneamente va però seguita con attenzione. In ogni caso, è sempre meglio evitare soluzioni “fai da te” e rivolgersi al proprio medico, esponendo i problemi di sonno che si lamentano.


(03/04/2006)