In questi giorni, con il passaggio all'ora estiva, i giornali ripetono in maniera quasi automatica le solite raccomandazioni: stare al riparo dalla luce del sole il primo giorno, "dormire un'ora di meno che si recupererà a ottobre", e altre banalità analoghe che non fanno altro che creare il problema laddove esso non esiste.
In realtà, il cambiamento dell'ora è un'ottima occasione per rompere qualche abitudine, un modo per essere forzati a trasformare qualche forma di routine. Molte persone sono letteralmente imprigionate nelle loro abitudini: l'ora di svegliarsi, quella di mangiare, quella di andare a dormire ecc..
Ma, come i lettori di questa rubrica ben sanno, un 'eccessiva dipendenza dalle abitudini equivale a non vivere, a utilizzare sempre e comunque il pilota automatico della mente, lasciando ad essa il compito di sbrigare tutte le faccende della vita quotidiana, così da poter consentire alla nostra coscienza di dormire tranquillamente.
Ogni volta che qualche automatismo viene spezzato, ecco che il cervello ricomincia a lavorare, creare nuovi percorsi e ci sono più possibilità perché, anche solo per un momento, ci si renda conto e ci si ricordi di essere vivi e di esistere.
Non è questo ciò che propongono i Mass Media, per i quali persone docilmente addormentate e manipolabili corrispondono evidentemente ad un modello auspicabile.
Può sembrare banale, ma anche approfittare di un mutamento forzato quale quello imposto dal cambiamento di ora, costituisce un'occasione per iniziare un percorso verso la consapevolezza. Fare qualcosa di diverso, cambiare l'ora in cui ci si sveglia, la routine che precede l'inizio del lavoro, proporsi magari di lavarsi i denti utilizzando l'altra mano rispetto a quella cui siamo abituati: all'improvviso, ci si accorge di esistere e, magari, inizia la voglia di prendersi in mano ed estendere questi brevi momenti di consapevolezza.
Del resto, i giorni che accompagnano l'equinozio di primavera costituiscono un momento importante nella dinamica energetica dell'anno: dall'equinozio di primavera a quello d'autunno, infatti, è la luce ad avere più spazio rispetto all'ombra. E’ quindi un ottimo momento per proporsi di espandere i momenti di luce della propria esistenza quotidiana.
Quando sentite parlare, o leggete, di "aver dormito un'ora in meno da recuperare in ottobre", potete essere felici di essere meno addormentati e più svegli e, magari, consapevoli di quello che vi si vuol far credere.
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