Da sempre la donna e il suo corpo sono oggetto di studio. Attualmente, la struttura fisiologica del corpo femminile è uno dei settori più avanzati e sviluppati della ricerca medico-scientifica.
Nei tempi antichi, e principalmente nella cultura greca classica, il corpo della donna veniva considerato come un corpo eccentrico, poco funzionale. Buona parte dei casi riportati nei trattati ginecologici parlano del corpo della donna in termini di inferiorità rispetto a quello maschile, per l’ incapacità di produrre una sostanza altrettanto pura e feconda come lo sperma.
Dalla lettura dei trattati ginecologici del Corpus Ippocratico, l’immagine più frequente della donna è quella di un corpo cavo semivuoto. Il vuoto del corpo femminile si estende in quello spazio cha va dal ventre al torace: recipiente unico attraverso il quale affluiscono gli umori, il sangue, il respiro e la voce. Il corpo femminile è dunque inteso come una cavità imperfetta, un involucro oscuro che contiene al suo interno, sia liquidi vitali per l’accrescimento del feto e sia sostanze impure, residui cancerosi, legati all’essenza delle diverse patologie.
Il paradigma di normalità e di salute per la medicina del V e VI secolo è senza dubbio l’immagine maschile. Quello femminile è un corpo diverso, che presenta delle debolezze e dei disagi al suo interno, dominato dai desideri e incapace di controllare gli impulsi. La diversità femminile si manifesta molto spesso attraverso un calore eccessivo della sua carne, e la perdita di sangue ne è la testimonianza.
Per i ginecologi greci, il solo compimento naturale possibile, per un corpo abitato da questa grande cavità aperta e priva di membrane separatorie, è la penetrazione e l’assorbimento dello sperma. Per tale motivo la donna è strettamente connessa all’immagine maschile; la sua unica funzione è quella di ospitare il feto nelle migliori condizioni, cercando di evitare l’influenza degli “umori”.
Intorno al corpo femminile si sono aggirate una molteplicità di teorie “scientifiche”, che hanno contribuito alla creazione di un’immagine contorta e innaturale, legata alla posizione e allo spostamento dell’utero. L’utero infatti, collocato in basso e al centro del corpo della donna è, secondo i medici ippocratici, la causa della sua incapacità di regolare gli umori e l’eccesso continuo di liquidi.
Quella sul corpo delle donne e dei suoi significati nella cultura scientifica greca classica, è un’indagine importante per comprendere la posizione sociale e culturale della donna nell’immaginario collettivo. Il corpo eccentrico, così definito, corrisponde alla visione di una figura altrettanto eccentrica e portatrice di diversità.
“Bisogna sempre tener presente che non soltanto l’uomo possiede un corpo, che non basta saper come è fatto questo corpo, ma che egli è sempre, in qualche maniera corpo. Ciò non vuol dire soltanto che l’uomo vive col corpo, ma anche che egli di continuo parla e si esprime corporalmente”. L. Binswanger
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