I MONACI CHE PREFERISCONO LE BIONDE. STORIA E LUOGHI DELLA BIRRA BELGA
Perché in Belgio i monaci trappisti fanno la birra? Questa settimana andiamo a scoprire luoghi e storie affascinanti, percorrendo itinerari insoliti del Nord Europa. Tra sacro e profano.
di Francesco Lemmi
Bionda o ambrata, dolce o amara: nel paese cuore dell’Europa, il Belgio, ogni regione, ogni città e ogni villaggio vanta la propria particolare marca e qualità di birra. Sebbene ognuna di queste sia legata a doppio filo con la regione che la produce, nessuna riesce a eguagliare per storia e per tradizione quella prodotta dalla comunità dei birrai trappisti valloni.

Questa bevanda è ultimamente salita alla ribalta a livello internazionale in quanto il 2005 è stato dichiarato dalla nazione belga “l’anno della birra”. La zona di produzione è la Vallonia, regione nella quale furono realizzate le prime botti in legno e dove fu per la prima volta coniato il termine brasserie, derivante dal brace, ovvero malto. Qui i primi birrifici sorsero durante il Medioevo proprio all’interno delle numerose abbazie che interrompevano il paesaggio boscoso del Paese.

Queste comunità videro nella produzione della birra una forma di sostentamento che serviva ai monaci per guadagnare ciò che avevano perso con la confisca delle terre operata da parte di Chiese più potenti.
Con il tempo, le differenti regioni del Belgio si sono caratterizzate per la presenza di birre diverse tra loro. A Bruxelles venivano prodotte birre tendenzialmente acidule, mentre in Vallonia avevano un sapore più deciso grazie all’acqua molto pura che usciva da sorgenti naturali.

Ma il secolo d’oro della birra belga fu il Settecento, quando praticamente ogni villaggio aveva il proprio burrificio; con il tempo le brasseries si sono sviluppate fino a raggiungere, all’inizio del secolo scorso, il numero di tremila! L’internazionalizzazione del mercato ha permesso a birre straniere di entrare in territorio belga in diretta competizione con quelle autoctone e oggi i locali che producono la bevanda nazionale sono appena un centinaio.

Negli ultimi decenni si sta assistendo per fortuna a un’inversione di tendenza e si vanno riscoprendo le antiche tradizioni: sono rinati così alcuni percorsi storici che transitano per i burrifici; uno di questi itinerari parte dalla capitale e si dirige verso sud attraverso le Ardenne fino al Brabante Vallone, giungendo all’abbazia di Villers-la-Ville.

Qui è presente una comunità monastica che gestisce una brasserie che fu aperta addirittura nel XVI secolo, mentre vicino a Namur sorge la città di Notre Dame de Leffe, dalla quale prende il nome la birra forse più famosa di tutto il Belgio. Come detto, la Vallonia presenta una serie di abbazie gestite da monaci trappisti, appartenenti all’ordine dei cistercensi. Il nome dei monaci deriva proprio dall’abbazia di Grande Trappe, in Normandia. Questi ottennero l’autorizzazione vescovile a bere altre bevande nel caso non fosse stato possibile rifornirsi d’acqua. Così ai monaci non restò che scegliere tra il latte scremato, il latte battuto e la birra, inutile dire che la loro scelta cadde sul “nettare i malto”.

Addirittura, durante le epidemie di peste il consumo di birra era vivamente consigliato in quanto il particolare procedimento con il quale era ottenuta eliminava la presenza dei germi portatori di malattie. Attualmente l’ordine monastico dei trappisti consta di dodici abbazie e di appena cinque birrifici in Belgio (Westmalle, Westvleteren, Chimay, Orval e Rochefort) e uno nei Paesi Bassi, a Koningshoeven. Questi luoghi sono gli unici che possono usare il marchio e il termine trappista per la loro birra. Luoghi affascinanti che generalmente sono chiusi al pubblico in modo da mantenere segrete le ricette delle birre stesse, si aprono al pubblico solo in occasione delle degustazioni.

I due birrifici più importanti sono considerati quello di Rochefort e quello di Chimay. Il primo è gestito da una comunità formata da sei monaci e da nove laici che lavorano presso la vicina Abbaye Nôtre Dame de Saint-Remy; la loro birra presenta un’elevata fermentazione, dovuta al caramello, aggiunto durante la bollitura. In particolare, sono tre le qualità di birra prodotte: la Trappiste-Rochefort 6, caratterizzata da un’aroma molto fine, la Trappiste-Rochefort 8, fruttata con retrogusto di fichi, e la scura Trappiste-Rochefort 10, dal gusto intensamente fruttato e con aromi di cioccolato.
L’abbazia di Chimay, invece, fu fondata nel 1850 presso il confine francese da una quindicina di frati provenienti dalle Fiandre; anche a Chimay si producono tre tipi di birra: la Premiere, una birra molto spumosa dal colore ramato e dal gusto fruttato, la Grande Riserve, una birra scura dall’aroma molto intenso, e la Cinq Cent, particolare per la sua schiuma fine, il suo aroma di luppolo, il cui gusto fruttato ricorda quello del moscato.


(17/02/2006)