DISAGI PSICO-FISICI E CICLO MESTRUALE: I RISULTATI DELL’INDAGINE
Dopo tre mesi di raccolta dati, l’elaborazione dei risultati, relativi all’indagine sul vissuto mestruale delle donne, ha evidenziato delle relazioni interessanti tra prima mestruazione vissuta con disagio e successivi disturbi legati al ciclo mestruale. Si conferma l’importanza dell’aspetto psicologico nella determinazione di risposte fisiche a determinati eventi.
di Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e Psicoterapeuta della Gestalt

Personalmente voglio innanzitutto ringraziare le centoventicinque donne che, con la loro partecipazione all’indagine, hanno contribuito a fare luce su uno spaccato di vita del mondo femminile tanto spesso guardato con indifferenza, quindi in realtà non visto: la donna e le manifestazioni legate al suo ciclo mestruale.

Lo scopo dell’indagine è stato quello di effettuare un rilevamento del vissuto delle donne in relazione al ciclo mestruale ed esplorare quale tipo di connessione ci può essere tra sindrome premestruale, percezione soggettiva relativa alla prima mestruazione e relative conseguenze sul modo di vivere la propria femminilità.

Descriverò qui i dati più significativi emersi dall’indagine effettuata attraverso un questionario, pubblicato all’interno di questa rubrica per tre mesi, al quale hanno risposto appunto centoventicinque donne.

Un campione di un certo valore numerico, anche se non si può dire rappresentativo dell’intera popolazione delle donne, in quanto la persona che “naviga” sul mare di internet, maschio o femmina che sia, fa parte di una categoria selezionata di persone.

Tuttavia reputo estremamente interessanti alcuni dati emersi.
In breve, ne elenco alcuni.

Età media delle donne che hanno risposto al questionario: 33 anni
Età media della prima mestruazione (o menarca): 12 anni
• Prima del menarca conosceva l’esistenza delle mestruazioni l’80% delle donne
• Il vissuto della prima mestruazione è stato “traumatico” nel 64% dei casi

E’ evidente, da questi due ultimi dati percentuali, che non conoscere l’esistenza delle mestruazioni non è una causa rilevante nel vivere in maniera “traumatica” la prima mestruazione. Dalle risposte con commento ho evidenziato, invece, l’importanza del sostegno e la rassicurazione, soprattutto da parte della figura materna.

• Alla domanda “soffre di disturbi psico-fisici legati al ciclo mestruale” il 70% delle donne ha risposto SI, il 26% ha risposto A VOLTE, il 4% ha risposto NO.
• Alla domanda “vive le mestruazioni come un evento fastidioso" il 60% ha risposto SI, l’8% ha risposto A VOLTE, il 32% ha risposto NO.
• Alla domanda “è a conoscenza della relazione tra ciclo mestruale e cicli della natura" (lunari, ecc.) il 32% delle donne ha risposto SI, il 68% ha risposto NO.

Quest’ultimo dato dimostra, purtroppo, uno scarso contatto, nella nostra cultura, tra ciò che avviene dentro la persona e ciò che avviene fuori, nell’ambiente naturale. Si sta perdendo di vista sempre più il sentire “naturale”, spontaneo, fluido che è necessariamente espressione di ciò che è “naturalmente” in Natura (perdonate il gioco di parole…ma è una concreta realtà che va molto al di là delle parole).

Infine, confrontando le risposte delle donne che avevano definito “traumatica” l’esperienza della prima mestruazione con la presenza nelle stesse donne di ciclo mestruale fastidioso e/o sindrome premestruale, la relazione fra questi tre vissuti è molto alta.

Quindi il tipo di vissuto soggettivo di una prima esperienza molto importante e caratterizzante l’ingresso dell’adolescente nel mondo femminile “adulto”, come la prima mestruazione, ha un suo peso nel determinare in che modo la donna si rapporterà col suo ciclo mestruale durante tutta la sua vita.

Motivo in più, dal punto di vista psicoterapeutico, per volgere attentamente lo sguardo sul vissuto del “rito di passaggio” alla femminilità adulta, ad esempio facendolo ripercorrere, laddove è mancato come esperienza individuale, perché realmente potrebbe rappresentare una condizione significativa del modo di percepirsi della donna, che va ben al di là del momento mestruale mensile.

E’ quello che a volte propongo in terapia, quando comprendo che per la persona è necessario colmare un vuoto di esperienza che altrimenti tenderà a riempire con significati e azioni che sono solo compensatorie, ma che lasciano sempre interiormente una sensazione di incompletezza.

In altre culture diverse dalla nostra (es. popolazioni nativo-americane, tibetani) il menarca non è traumatico, ma un momento sacro da attraversare col sostegno della comunità.

La donna mestruata non si sente “malata” e non sente l’esigenza di nascondere il suo particolare stato, anzi spesso assume il ruolo di consigliera perché è sostenuta ed esprime momenti di grande intuizione.

Forse abbiamo un po’ di cose da imparare da culture che spesso abbiamo definito arretrate o “primitive” .


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
e-mail: greco.mariarosa@libero.it
tel. 338/7255800



(17/02/2006)