LE CONSEGUENZE DI UN DUBBIO. IL CASO SCONCERTANTE DEL TAMIFLU
Un semplice dubbio o realtà sconcertanti? Il caso Tamiflu diventa paradigma della situazione precaria della sanità mondiale.
di Francesca Giomo
Durante una ricerca sul web, notizie contradditorie e allucinate accompagnano le parole Tamiflu e Oseltamivir.

La più recente è la notizia riportata proprio ieri (il 12 dicembre 2005) dal sito italiano della Reuters (vedi link a destra), in cui si parla del fatto che la società farmaceutica svizzera Roche ha ” identificato 12 potenziali partner per aumentare la produzione mondiale di Tamiflu”. Inoltre, da quanto comunica la news, è già ufficializzato l’accordo di sotto licenza con una società cinese per produrre il farmaco.
Sembra, quindi, che la società svizzera sarà in grado di produrre 300 milioni di confezioni di Tamiflu all'anno entro il 2007.
Ma cosa è il Tamiflu? Perché questo enorme bisogno di avere il farmaco espresso dalla maggior parte dei governi mondiali?
Cercando sempre nel Web per capire meglio di cosa si tratta, si scopre (Fonte: www.xagena.it) che il Tamiflu è un farmaco antivirale, approvato nell’Unione Europea per ”il trattamento dell’influenza nei bambini di età compresa tra 1 e 13 anni, e per la prevenzione ed il trattamento dell’influenza negli adolescenti di età superiore ai 13 anni e negli adulti.” Quindi, si scopre (Fonte: www.reuter.it) che il Tamiflu o l’Oseltamivir è la ”cura più efficace per il virus H5N1 dell'influenza aviaria, che ha ucciso 70 persone da quando si è diffuso in Asia nel 2003”.

Anche l’FDA (Food and Drug Administration) ha approvato il farmaco (Fonte: www.infettivologia.it), per il ”trattamento dell’influenza A e B, non complicata, nei pazienti di età superiore ad un anno (…), approvato nella profilassi dell’influenza nelle persone di età superiore ai 13 anni” e ancora ” è un inibitore della neuraminidasi ed agisce bloccando l’enzima che favorisce l’ingresso del virus nel tratto respiratorio”.

Sempre la medesima news aggiunge però che: ”Il Tamiflu non è stato studiato nei bambini con influenza molto grave o complicata, che richiede ospedalizzazione” e che “sono stati segnalati all’EMEA ( European Medicines Agency ) due casi di presunti suicidi associati al trattamento dell’influenza che hanno coinvolto un ragazzo di 17 anni nel febbraio 2004 ed un ragazzo di 14 anni nel febbraio 2005.
In entrambi i casi gli adolescenti presentavano un comportamento disturbato/anormale”.


Quindi si continua informando che: ”In un report del BPCA ( Best Pharmaceuticals for Children Act ) sono state riportati casi di reazioni avverse associate all’uso di Tamiflu nei bambini di 16 anni o più giovani.
Questi effetti indesiderati hanno riguardato eventi neurologici e psichiatrici, come delirio, allucinazioni, confusione, comportamento anormale, convulsioni ed encefalite.
Questi eventi si riferivano quasi interamente a bambini giapponesi che hanno ricevuto il Tamiflu secondo le linee guida di trattamento giapponesi ( molto simili, ma non identiche alle linee guida di trattamento statunitensi ).”
Ed è infatti del 19 novembre passato la notizia del The Times che riporta l’avvenuta morte di 12 bambini giapponesi che stavano assumendo il farmaco antivirale Tamiflu. Un caso è di suicidio, 4 sono di morte improvvisa, altri 4 di arresto cardiaco, uno di polmonite, uno di asfissia e, infine, uno di pancreatite acuta.

Dopo tale notizia sembra che l’FDA, sebbene al momento non ritenga che le 12 morti siano prove sufficienti per stabilire con sicurezza una relazione tra assunzione del farmaco e le morti, senza probabilmente tenere conto anche dei due decessi segnalati nel 2004 e nel febbraio del 2005 dall’Emea (vedi sopra), abbia deciso di avviare un’indagine sul farmaco antinfluenzale.


Evidentemente l’indagine è stata effettuata con molta velocità e comunicata ai governi mondiali con altrettanta rapidità, altrimenti perché la società svizzera Roche dovrebbe produrre 300 milioni di confezioni all’anno del farmaco entro il 2007 e cercare partner per condividere “la fatica”?
La notizia dei decessi, infatti, risale a novembre e ora non siamo neppure a metà dicembre.

Viene spontaneo chiedersi se è possibile che potenziali effetti “mortali” di un farmaco, sebbene riscontrati solo su una forte minoranza della popolazione del mondo e in particolare in Giappone, siano verificabili in così poco tempo. Inoltre viene da domandarsi sul come sia possibile che gli effetti collaterali di un farmaco che si dà anche e soprattutto ai bambini portino alla morte.

Ad un questionario che segue la notizia della morte dei 12 bambini giapponesi sotto l’apporto di Tamiflu o comunque in coincidenza con esso, vengono riportate anche le seguenti affermazioni (Fonte: www.xagena.it):

La più alta incidenza di effetti indesiderati dopo assunzione di Tamiflu in Giappone può essere spiegata dal maggior consumo del farmaco ?

In Giappone l’utilizzo del Tamiflu è maggiore rispetto agli altri paesi.
Alcuni degli effetti indesiderati evidenziati in Giappone potrebbero anche essere osservati nella popolazione americana ed europea se l’uso del farmaco aumentasse in modo sostanziale.


Leggendo quanto riportato sopra, sorge il dubbio, quindi, che la Roche & partner abbiano deciso di aumentare la produzione del farmaco per verificare se tali casi possano presentarsi anche sulla popolazione statunitense ed europea. Hanno deciso di sperimentare direttamente sul territorio, hanno optato per una “sperimentazione live”. E perché no dopo tutto.

L’importante è sapere almeno quali sono gli effetti indesiderati di cui si parla. L’importante è che tutti sappiano che , a seguito dell’assunzione del farmaco, si parla di possibilità di morte o del sopraggiungere di allucinazioni e di stati psichici che portano al suicidio. Di modo che, una volta informati, l’apporto del farmaco diventi una responsabilità personale. Rimane, quindi, da verificare l’esistenza di un foglietto informativo del farmaco in questione con la descrizione di tali possibili effetti indesiderati. Compresa la segnalazione dell’”esistenza del dubbio” che l’utilizzo di altri farmaci in concomitanza con il Tamiflu può portare alla morte e, in tal caso, la segnalazione del nome di tutti questi farmaci.
E’ assolutamente spaventoso che un farmaco su cui esistono tali dubbi, sui cui effetti collaterali non si è ancora sperimentato abbastanza, su cui non si conoscono gli effetti collaterali conseguenti alla sua unione di altri farmaci, venga commercializzato e venga somministrato ai bambini (e non solo) per un’influenza. Trovo sconcertante che “pochi” debbano pagare per molti, come nel caso delle vaccinazioni, per “il bene della comunità” qualcuno “deve pagare”. Se un milione di persone sopporta bene il farmaco e dieci muoiono, che muoiano quelle dieci. Trovo ancora più allucinante le informazioni contradditorie e superficiali che circolano relativamente a casi di tale portata. Possibile, inoltre, che per combattere l’influenza bisogna per forza assumere un farmaco del genere? Non vi sono realmente altre alternative o non ci sono la voglia, il tempo, gli interessi per trovarle e diffonderle?

La sanità ancora una volta si dimostra vittima debole e succube di un sistema economico spietato e disumano.


(12/12/2005)