LA MUSICA DELLA VITA
La musica è l'impronta di questo universo. Tutto è fatto di vibrazioni, dentro e fuori di noi. Dunque, si possono avere ottimi benefici, nel corpo, nella mente e spirito, ascoltando e producendo suoni. Inoltre la musica è un linguaggio vibrazionale compreso da tutti gli esseri umani ed i suoi messaggi viaggiano ben oltre il tempo, le razze, le culture.
di Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e Psicoterapeuta della Gestalt

Quando si pensa alla musica, molto spesso, si è portati a pensare a quella prodotta dagli strumenti musicali.
In realtà tutta la natura è una sinfonia di suoni: dal vento che scuote gli alberi, alle onde che si infrangono sulle scogli, ai messaggi tra gli animali, alla voce umana.

Ogni corpo presente dell'universo emette vibrazioni che producono, a loro volta, dei suoni.
L’essere umano ha bisogno di suoni per usare l’apparato vocale, attraverso il quale potersi esprimere, parlare.

In questo contesto mi soffermo maggiormente sul rapporto tra suoni ed essere umano.
Per noi, ascoltare e produrre suoni è uno dei modi che permette di caricarci di energia.
I suoni musicali sono costituiti da vibrazioni, ed alcune di esse agiscono nell’uomo in vario modo ed in diverse zone. Pare che questo sia il motivo per cui si ama o ci risulta sgradevole un certo tipo di musica.

Georges I. Gurdjieff, un ricercatore dello scorso secolo, in uno dei suoi scritti, racconta di essere stato testimone del fatto che degli Esseni (terapeuti nati in Palestina circa 2000 fa), per mezzo della musica e di antichi canti, avevano fatto crescere delle piante nell’arco di trenta minuti.

Ho citato questo esempio perché mi sembra una palese dimostrazione di come, collegandosi con certe frequenze vibrazionali l’essere umano può indurre delle trasformazioni sia nel suo ambiente che in se stesso.

Nell’antica Grecia, Pitagora ipotizzò la creazione dell’Universo come un evento sonoro.
Esso è in stato di vibrazione, come lo è il corpo umano, sia fisico che eterico, ossia energetico
.

La scoperta di suoni chiamati armonici (ossia quelle vibrazioni o energie sonore che permettono di differenziare, a parità di nota musicale il suono di un violoncello da quello del flauto in base a come si mescolano i suoni tra di loro) risale proprio a Pitagora.

E, anche se il nostro orecchio ne percepisce solo una parte, sono proprio queste note ad essere efficaci dal punto di vista terapeutico. Ad es. uno dei metodi terapeutici basilari consisteva nell’ascolto del suono dell’acqua, molto ricco di armonici.

Il suono influisce sulla nostra sensibilità, le nostre emozioni, la nostra affettività, i nostri stati d’animo. Questo in quanto il corpo umano possiede una sua frequenza di vibrazione. Quando una parte vibra ad una frequenza non armonica emerge il malessere che inizialmente si manifesta a livello del corpo eterico e poi si diffonde anche nel corpo fisico.

Da millenni molte culture conoscono l’importanza della musica e del canto come strumenti terapeutici e spirituali. Ad esempio, aborigeni australiani e nativi americani tutt’oggi usano riarmonizzare i tre piani dell’individuo (livello corporeo, emozionale e spirituale) attraverso l’intonazione della voce e la produzione di particolari suoni ripetitivi. In particolare, per gli sciamani aborigeni australiani il suono del djdgeridoo, considerato sacro, è un modo per entrare in contatto con il Tempo di Sogno.


Anche nell’antico Egitto si conosceva l’influenza che suoni specifici hanno sulle diverse parti del corpo ed usavano la vibrazione sonora delle vocali per sintonizzare i vari centri energetici del corpo stesso.

Oggi troviamo studi che rilevano quanto il suono e la musica possano esercitare un notevole effetto di trasformazione sulle cellule e sulla loro aura o parte energetica che circonda ogni corpo vivente.

Ad es. il musicoterapeuta F. Maman ha effettuato e raccolto tutta una serie di esperimenti di laboratorio, che descrive nel suo libro “Quando la musica guarisce” – Ed. Amrita, che mostrano come cellule cancerogene possono disintegrarsi dopo l’esecuzione di una particolare sequenza di suoni. Di contro, cellule sane rispondono con colori più brillanti e con un cambiamento di forma, apparendo rivitalizzate.

Ciò fa supporre che la musica ed il rumore di fondo nell’ambiente possono esercitare un effetto negativo o positivo sulla struttura cellulare umana.

Lo stesso musicoterapeuta cita lavori del fisico J. Sternheimer che ha scoperto, tra l’altro, che ad ogni molecola del corpo umano corrisponde una specifica melodia.

Egli afferma che ogni molecola del nostro corpo può essere rivitalizzata attraverso la risonanza ottenuta dalla sua specifica melodia. Ad esempio, pare che le musiche di Beethoven siano costituite da melodie che attivano le molecole renali, polmonari ed epatiche.

Pertanto, ben venga l’espansione di quelle tecniche terapeutiche, come la musicoterapia, che integrano l’aspetto corporeo, con l’emozionale e, perché no, quello vibrazionale cosiddetto “sottile”.


Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt
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(29/11/2005)