ROMA E SIENA, UN ANTICO LEGAME. GRANDI MOSTRE
Dal 25 novembre a Siena un grande evento di eco internazionale popolerà gli spazi espositivi del complesso di Santa Maria La Scala. Da non perdere!
di La Redazione
Dal prossimo 25 novembre un nuovo grande evento espositivo al Santa Maria della Scala.

Centosettanta opere tra dipinti, stampe, documenti e sculture provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo.
Raffaello, Caravaggio ma anche Ambrogio Lorenzetti, Jacopo della Quercia, Francesco di Giorgio Martini, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi, Marco Pino, Bernardino Mei, Rutilio Manetti, Niccolò Tornioli.

Sono questi e molti altri gli artisti a cui è dedicato Siena e Roma. Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico

Ma perché proprio Siena e Roma?
Le due città da un continuo intreccio di cultura, religione politica e arte, dall'antichità al Medioevo, al Rinascimento. La lupa con i due gemelli, che è loro simbolo comune, i viaggi di artisti e di opere, le committenze, sembrano unire in un grande arco ideale le due città.

Scopo della mostra è ricostruire e illustrare questo intreccio di relazioni e influenze, con dipinti, disegni, stampe, sculture, oreficerie e documenti d'archivio, che ne segnalano passaggi essenziali nella storia, nella storia dell'arte, nella cultura, nella politica.

I curatori della mostra, Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano, e Bruno Santi, Soprintendente per il Patrimonio Storico Artistico di Firenze, Pistoia e Prato, hanno sviluppato, con i curatori delle varie sezioni, nuove e originali linee di ricerca per ambiti tematici, individuando otto percorsi di particolare interesse e originalità, illustrati da opere di assoluto rilievo, alcune delle quali eccezionali e altre mai esposte in Italia.

Tra i nuclei portanti della mostra sono emerse due grandi personalità di Siena e il loro intenso operare di committenti e collezionisti a Roma: il ricco banchiere senese Agostino Chigi, che affida a Raffaello la decorazione della sua villa "fuori città", la Farnesina, e delle cappelle di Santa Maria del Popolo e di Santa Maria della Pace e Giulio Mancini, archiatra pontificio, collezionista e scrittore.

La sua raccolta di dipinti fu uno straordinario tramite per l'aggiornamento degli artisti senesi sulle novità romane: ad esempio, pittori come Astolfo Petrazzi e Raffaello Vanni trovarono in lui un protettore quando transitarono da Roma nei primi anni del XVII secolo.

Mercante e amatore d'arte, Mancini rappresenta infatti un personaggio fondamentale nella storia del collezionismo seicentesco. Prima di diventare medico del papa Urbano VIII, lo fu di Caravaggio e di Annibale Carracci e, grazie ai suoi rapporti con gli artisti e i collezionisti, creò una raccolta d'arte tra le più moderne e prestigiose.

I dipinti di Caravaggio e dei pittori caravaggeschi documentano, inoltre, le strettissime relazioni con i numerosi artisti senesi attivi a Siena e a Roma.
Le opere provengono dai più importanti musei stranieri: Louvre, Palais des Beaux-Arts de Lille, Musée du Petit Palais di Avignone, National Gallery di Londra, Metropolitan Museum di New York, Musée des Beaux-Arts de Montreal, Kupferstich-Kabinett di Dresda e Musei Statali di Berlino, Wallraf-Richartz Museum di Colonia, e molti altri.

Di particolare ricchezza e prestigio i prestiti concessi dai Musei Vaticani, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Ambrosiana, e da molti collezionisti italiani e stranieri, tra i quali il Duca di Chatsworth, Clovis Withfield e il Museo Amedeo Lia.

Determinante il contributo dei musei del Polo Museale Romano, e del Comune di Roma con il Museo di Roma e la Pinacoteca Capitolina.
Tra le opere di assoluto rilievo si ricordano: alcuni straordinari mosaici, argenterie, reliquiari, croci dell'alto e basso Medioevo in ambito tosco-laziale; tre tavole del racconto delle Storie di Griselda di Boccaccio, dipinti eponimi del Maestro di Griselda, eseguiti secondo recentissimi studi su ordine di un committente senese, a confronto con la tavola Scipione l'Africano dipinta con Francesco di Giorgio Martini; gli splendidi e delicatissimi intarsi lignei di Mattia di Nanni detto il Bernacchino: i tre provenienti da Montreal saranno affiancati a un quarto elemento proveniente da New York; la ricostruzione delle Storie di Scipione l'Africano di Bernardino Fungai, oggi in diverse collezioni private, una delle quali rintracciata attraverso il mercato antiquario; le bellissime tavole avignonesi con le Storie di Didone del Maestro di Lecceto; preziosi disegni di Raffaello relativi ai suoi studi per gli affreschi della Loggia di Psiche alla villa della Farnesina, e alcuni relativi alla cappella Chigi in Santa Maria del Popolo e in Santa Maria della Pace a Roma; due celebri dipinti di Caravaggio: La buona ventura dei Musei Capitolini e i Musici del Metropolitan Museum, determinanti per l'influenza sui pittori senesi che hanno operato a Roma e a Siena (Tornioli, Rustici, Vanni, ecc.).

Conclude la mostra un episodio settecentesco: la figura di Ludovico Sergardi, (membro dell'Arcadia con il nome di Quinto Settano) medico senese, scrittore che assunse particolare rilievo a Roma, dove diresse la Fabbrica di San Pietro e tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento studiò modifiche per la Piazza San Pietro, e realizzò alcune opere urbanistiche che ancora oggi possiamo ammirare.


(04/11/2005)