A sud di Edimburgo, nel monastero agostiniano di Soutra Aisle, uno studio incrociato, tra archeologi e scienziati, ha riportato alla luce nei canali di scolo del monastero i resti di un decotto; già nel dodicesimo secolo i monaci utilizzavano l'estratto di una radice amara, chiamata lathyrus linifolius, per produrre pozioni in grado di eliminare lo stimolo della fame.
Grazie a questo composto i monaci ed i pazienti, abitanti di questo convento-ospedale, fondato nel 1160 dagli Agostiniani, riuscivano a calmare i morsi della fame e a non mangiare anche per settimane. L'obiettivo dei monaci era quello di rendere meno faticosa la rinuncia religiosa ai piaceri del cibo, e a sopravvivere alle carestie dell’epoca. Oggi il prezioso tubero dal sapore di liquirizia ha suscitato l’interesse di numerose case farmaceutiche che inizieranno la sperimentazione; potrebbe rivelarsi utilissimo per una nuova pillola dimagrante o per curare l’obesità.
Frenate i facili entusiasmi, come tutte le altre erbe dal potere dimagrante, dà risultati solo se associata a uno stile di vita e di alimentazione sano, questo i medici-monaci lo sapevano bene; l’orto ben organizzato non doveva contenere solo erbe strettamente utili alla produzione di farmaci, i giardinieri Benedettini, Agostiniani, Domenicani e Francescani coltivavano molte piante: Menta, Salvia, Ruta, Cetrioli, Meloni, Fagioli, Carvi, Rosmarino, Cipolla marina, Anice, Crescione, Prezzemolo, Sedano, Ginepro, Aneto, Finocchio, Indivia, Senape, Papavero, Malva, Carota, Cavolo, Erba cipollina, Cipolla, Porro, Rafano.
Una dieta equilibrata può prevenire molte malattie, non aspettiamo che il farmacista ci venda una “pillola miracolosa”, impariamo ad utilizzare le piante che la natura ci ha messo a disposizione e che ospitiamo tutti i giorni nelle nostre cucine.
Ecco, dunque, alcune delle erbe che i monaci medioevali coltivavano e che anche noi possiamo utilizzare per prenderci cura della nostra salute.
L’aglio era conosciuto in Europa già nel terzo millennio prima di Cristo; i Romani lo distribuivano ai legionari come alimento tonico. Oggi l’aglio viene stimato non solo per il suo buon effetto sui processi di arteriosclerosi, per abbassare la pressione e per i disturbi circolatori, ma anche per la sua efficacia nel curare disturbi gastro-intestinali.
E anche come condimento conquista sempre nuovi estimatori. L’allicina contenuta nell’Aglio aiuta a combattere i batteri e determinati funghi; stimola la produzione di bile e ha un effetto antispasmodico e rinforzante. Mangiare di frequente l’Aglio non è certo il segreto dell’eterna giovinezza, ma è senz’altro utile per una vecchiaia più serena.
C’è solo un aspetto negativo, cioè l’odore penetrante e persistente che non si riesce ad eliminare.
Il prezzemolo e le sue radici erano usate nelle cucine dei conventi per condire carni, pesci minestre e brodi, l’uso medico risale a 2500 anni fa. Il prezzemolo fresco contiene molta vitamina C; le sue radici, filtrate con acqua calda, sono utilissime per preparare una tisana diuretica; i semi di prezzemolo, bevuti con molta acqua, stimolano gli organi delle vie urinarie. Ma badate che dosi eccessive di prezzemolo possono essere pericolose; le donne in gravidanza non devono utilizzarlo poiché i principi attivi stimolano i movimenti uterini che potrebbero causare addirittura l’aborto.
La Cipolla: i Faraoni distribuivano ai loro schiavi grandi quantità di Cipolle e Aglio per proteggerli da eventuali pericoli di infezione, rimedio efficace se si pensa che la Cipolla contiene un olio essenziale altamente antibatterico e disinfettante. Da sempre, poi, la Cipolla viene considerata un ottimo afrodisiaco, perciò ne veniva fatto un ampio uso nelle cucine di re e principi del tempo passato. L’uso quotidiano della Cipolla giova senza dubbio alla salute anche se provoca lo sgradevole effetto di far lacrimare gli occhi quando si taglia il bulbo, i principi attivi sono molto utili per stimolare la circolazione sanguigna.
Il Sedano, fino a tutto il XVII secolo veniva coltivato esclusivamente negli orti dei conventi; la medicina medievale includeva questa pianta da cucina fra le radici che “liberano le forze dell’uomo”, si pensava che avesse un effetto afrodisiaco, forse perché il suo effetto diuretico può probabilmente agire anche da stimolo sugli organi genitali. Questa famosa pianta possiede principi attivi utili per stimolare la digestione, curare il meteorismo e combattere i crampi.
La Carota nel Medioevo veniva considerata un vero e proprio rimedio miracoloso, addirittura utile, applicato come impacco, per curare i tumori ed i reumatismi. Oggi si è scoperto che la Carota è una verdura di facile assimilazione; è indicata soprattutto per combattere la diarrea ed è utile nell’alimentazione dei neonati anche di pochi mesi affiancandola al latte materno. Recenti studi ne hanno confermato le proprietà antitumorali.
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