Qualcuno, stancamente, il sabato sera tenta qualche approccio con il/la proprio stanco/a compagno/a. Qualcuno vive turbolenti e occasionali amplessi in discoteca, stordito dall’alcol e dalla musica, infilando e mischiando organi genitali come se si trattasse di un frullatore, senza assaporare quanto accade se non per qualche istante.
E gli altri? Gli altri sono vinti da una volgarità imperante, da una presenza di simboli erotici e di corpi esibiti talmente dirompente da diventare annichilente.
La maggior parte dei maschi italiani, facendo zapping in tv si sofferma sui corpi delle belle svestite fanciulle, esibite un po’ in tutti i programmi che ci vengono proposti. Tette, cosce, scollature, tacchi vertiginosi, “sorrisi da zoccole”, visini teneri e impuniti, stupidità ridondante, malizia e intelligenza si alternano tra una pubblicità di un orologio, un varietà per anziani e un programma per bambini.
Ormai anche i programmi che vorrebbero essere critici e ironici con la tv esibiscono un trionfo di arti e quarti di carne femminile. E così, nei programmi della gialappas da qualche anno le letteronze si contraddistinguono per essere tra le più svestite e le più silenziose presenze femminili in tv.
E poi Quelli che il calcio esibisce le sue “schedine”. E le famose “veline” di Striscia la Notizia, nate per parodiare l’esibizione del corpo femminile in tv, sono diventate uno dei pochi elementi di successo di un programma che fatica a rinnovarsi e vengono esibite senza che sia rimasto il minimo residuo di critica o di ironia. Sono solo altre due fichette da sbandierare all’ora di cena.
Cambiamo canale. Mettiamo M-Tv. Oppure Rete A-All Music. Osserviamo una cultura diversa. Quella giovanile o quella dei neri americani. Anche qui l’esibizione del corpo femminile è accompagnata dalla proposizione di modelli totalmente maschilisti e idioti. Donne semi-nude il cui loro unico intento e soddisfare l’uomo di turno. Decine di fanciulle adoranti e sottomesse che si muovono ancheggiando furiosamente.
In sé, il fenomeno non sarebbe grave, se non fosse così stridente la contrapposizione tra una sessualità esibita e svilita continuamente e una così scarsa pratica dell’attività sessuale tra le persone.
Diventa sempre più difficile distinguere il proprio immaginario, i propri impulsi, la propria sessualità, da quella mostrataci continuamente a tutte le ore dai moderni mass media. Non sappiamo più cosa ci piace in quanto singoli individui. E così, per un certo periodo tutti cerchiamo la donna alta e magrissima, quasi anoressica, ma poi tornano di moda le maggiorate e così via. Vittime di un processo macchinoso e disgustoso che ormai si agita e vive di vita propria, senza guida ne direzione.
E così, sempre di più le nuove generazioni sognano di "scopare" e sempre meno di fare l’amore. Il sesso diventa un gesto di realizzazione personale, di sfogo, di sopraffazione maschile verso il femminile da un lato e di competizione, di affermazione del proprio io, di bisogno di essere all’altezza di modelli imposti dall’atra.
E rimane ben poco alla condivisione.
Ben poco all’amore.
Ben poco al rispetto.
Ben poco al piacere.
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