Prendere il cellulare dalla tasca, digitare ‘BIT’, inviare al numero 48299.
E’ il nuovo modo di fare i biglietti nella capitale.
Dopo l’invio dell’sms, il signor viaggiatore aspetterà il messaggio di avvenuto acquisto del BIT (Biglietto Integrato a Tempo), contenente tutte le informazioni necessarie alla verifica da parte del controllore. Signore e signori, ecco a voi il biglietto virtuale.
L’avvio ufficiale del servizio, ha visto luce il 15 settembre scorso, dopo l’approvazione in Campidoglio dei risultati del test portato avanti dall’azienda dei trasporti romana (ATAC) in collaborazione con Vodafone a partire dal 2002 su un campione di 220 cittadini. Da un mese i cartelloni nelle stazioni metropolitane, e i retrobus ci tartassavano con l’immagine della ragazza, telefonino in mano, che urla a caratteri cubitali ‘Questo è il mio biglietto dell’autobus’, quasi un offesa personale. Tipico della strategia di Vodafone ‘I did it, and You?’
Pubblicità a parte, oggi il servizio realizzato grazie al sistema Telepay, è accessibile a tutti, vale 75 minuti dall'ora indicata nel messaggio ricevuto dal cliente, e consente l'accesso a tutti i mezzi del sistema Metrebus Roma: bus, filobus, tram, metropolitane, ferrovie concesse (Roma-Pantano, Roma-Viterbo, Roma-Lido) e treni Trenitalia di seconda classe all'interno del Comune di Roma.
Il viaggiatore potrà usufruire del servizio iscrivendosi presso il proprio gestore telefonico. Per ora i gestori coinvolti sono Vodafone, Tim e Wind. Ma i promotori ci tengono a sottolineare la non esclusività dell’accordo, volto a garantire in futuro la partecipazione di altre compagnie telefoniche, come ad esempio H3G.
Bene, ma quanto costa? Tasto dolente della nuova ICT tutta italiana.
Al prezzo del BIT (pari ad un euro), infatti, dovrà aggiungersi il pagamento del servizio sms verso il proprio gestore. Così il prezzo finale oscillerà dall’euro più 12,40 centesimi di Wind, all’euro più 15,49 centesimi di Tim. Che, se per una volta può significare nulla, esteso alla quotidianità degli spostamenti può significare anche due euro in più a settimana.
All’accessibilità tecnologica di fatto (il numero di italiani possessori di un cellulare è pressoché equivalente al numero di residenti), dunque, non corrisponde quella economica. In questo senso il servizio non andrebbe a sostituire il tabaccaio di ieri, se non per situazioni di emergenza occasionali. Se i prezzi non vengono almeno equiparati, non si potrà parlare di traslare le abitudini di una società, si parlerà soltanto di un lusso in più da permettersi quando proprio non c’è altra strada. Perché spendere, anche solo due euro in più a settimana, quando il tabaccaio è dietro le spalle?
Mentre Singapore e l’Europa del nord portano avanti un’Information Technology efficiente e a costo zero con spavalderia, l’Italia come al solito costruisce i suoi castelli in aria fatti di manifesti colorati e senza piedi. Non a caso uno degli inconvenienti più scomodi della questione è l’assenza di cablaggio nelle metropolitane, cosicché tutta la tecnologia dell’sms veloce va a farsi benedire nel momento in cui il viaggiatore è costretto a fare il biglietto virtuale quando è fuori dai mezzi, e sempre all’esterno da questi aspettare il messaggio di conferma.
Piccola nota positiva per i consumatori, il fatto che con questo sistema nei 75 minuti di validità sarà possibile prendere più volte la metro. Certo non per bontà degli organizzatori, ma per assenza di mezzi utili a svolgere funzioni più sottili.
Insomma, dopo esserci chiesti più e più volte perché l’Italia è definita paese ricco e industrializzato eppure in innovazioni e ricerca supera di poco stati poverissimi come la Giamaica e il Botswana,
dopo aver provato a immaginare dove andrà a finire tutta quella ricchezza, cerchiamo almeno di illuderci nei buoni propositi dell’iniziativa, che si inscrive in un più ampio progetto di integrazione europea: la sperimentazione di un sistema innovativo di ticketing che permetta il pagamento dei servizi di trasporto (autostradale, pubblico, parcheggi ecc...) tramite telefoni cellulari. Siti dei test, oltre a Roma, altre città come Berlino, Turku e Ile de France.
Ora, non ci resta che provare…infondo non si tratta che di qualche bit per un BIT!
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