Dopo l’acqua, la bevanda che in tutto il mondo viene consumata di più è il tè. E i popoli che più ne fanno uso, come noto, sono gli Inglesi, i Cinesi e i Giapponesi. In Italia, non se ne beve molto e comunque in quantità inferiore rispetto al caffè, visto che il rito della “tazzina” è molto radicato nella nostra cultura.
Anche nel nostro Paese, comunque, l’abitudine di sorseggiare una buona tazza di tè sta piano piano diffondendosi. Tanto è vero che cominciano ad apparire i primi tea shop, negozi specializzati nella vendita al consumo di vari tipi di tè, e la gente comincia ad affinare il proprio gusto, apprezzando le diverse miscele. Non mancano, inoltre, persone che seguono appositi corsi per diventare veri e propri tea tester (esperti degustatori di tè).
Oltretutto, possiamo dire che il tè possiede numerose proprietà benefiche, confermate anche da diverse, qualificate ricerche scientifiche. Recenti studi in Olanda e negli Stati Uniti confermano che l’uso del tè riduce il rischio di infarto del miocardio, soprattutto per gli effetti dei flavonoidi che tale bevanda contiene. Oltretutto, secondo una ricerca cinese, bere tè consentirebbe una riduzione delle LDL, le proteine che costituiscono il principale veicolo di trasporto del colesterolo nel sangue. E tutti conoscono il rapporto tra colesterolo elevato e arteriosclerosi.
Le proprietà del tè verde
Ma c’è tè e tè! Quello che ha maggiori effetti positivi sulla salute umana sarebbe quello verde e non quello nero, che è più diffuso in Occidente. Ma procediamo con ordine.
Il tè anzitutto si ottiene dalla lavorazione delle foglie o dei germogli di una pianta conosciuta come Camellia sinensis. Esistono in pratica due tipi di tè, in base al metodo di lavorazione: quello nero, le cui foglie sono essiccate e fermentate, e quello verde prodotto con foglie lavate e riscaldate proprio per evitare la fermentazione. Nel primo caso, i polifenoli che esse contengono si ossidano, cioè si trasformano in sostanze brune e insolubili, dette chetoni, perdendo la loro efficacia. Nel secondo caso, invece, evitando l’ossidazione, i polifenoli si conservano.
Le recenti ricerche biochimiche in vitro hanno riguardato proprio questi composti, tra cui l’EGCG (cioè l’epigallocatechingallato), sostanza la cui assunzione sembra diminuire il rischio di malattie cronico-degenerative. Come si è arrivati a questa conclusione? Attraverso indagini epidemiologico/statistiche soprattutto sui popoli che consumano tè verde da secoli e che risultano più protetti da certe malattie. E’ vero che il tè verde non è molto apprezzato in Occidente, forse anche per il sapore non troppo gradevole, ma considerati i suoi indubbi effetti sulla nostra salute, potremmo egualmente cercare di farla diventare una nostra abitudine giornaliera.
Il tè verde protegge dall’invecchiamento
Il prof. Urini, ordinario di Biochimica alla facoltà di Medicina di Padova, durante la sua conferenza, tenuta recentemente a Milano, si è mostrato molto ottimista circa gli effetti positivi del tè verde sulla salute umana. Durante la sperimentazione in laboratorio, infatti, il tè verde (e in particolare l’EGCG in esso contenuto) ha dimostrato di svolgere una importante azione antiossidante, cioè quella di neutralizzare i radicali liberi che tendono a danneggiare i tessuti. Questa sostanza avrebbe anche la capacità di proteggere le proteine evitando che vengano distrutte dalle proteasi, così che, ad esempio, nell’epidermide impedirebbe la degradazione delle proteine del collagene, rallentando decisamente l’invecchiamento cutaneo. Non solo. Le proteasi sono sostanze che vengono prodotte anche dalle cellule tumorali in fase di metastasi e che nel cervello distruggono alcune proteine del sistema nervoso. Poterle controllare, limitandone o annullandone l’effetto negativo, potrebbe contribuire a sostenere una efficace azione anticancerogena.
Ma non è finita. L’EGCG, sempre grazie all’interazione con le proteine, potrebbe favorire l’igiene orale, rappresentando un battericida estremamente efficace.
Ci sono controindicazioni all’uso del tè verde? Praticamente nessuna. Naturalmente, non bisogna eccedere, visto che la teina che contiene potrebbe creare problemi a chi soffre di ulcera, di ipertensione o ha difficoltà a prendere sonno. Occorre, però, prepararlo in modo corretto, evitando soprattutto di usare acqua bollente (massimo 80°) e lasciando in infusione non più di un minuto e mezzo/due minuti.
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