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L'AFFASCINANTE MONDO DEI MANCINI
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Un mondo semisconosciuto nella vita quotidiana. Cenni storici avvolti da un’alone di mistero nel mondo dei mancini.
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di Massimiliano Bella
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Quante volte ci è capitato di osservare con particolare curiosità un amico, un collega, un conoscente nell’attività di impugnare una penna, ed accorgersi, con un po’ di stupore, che la mano dello scandalo è la quella sinistra? Con la conseguente banale domanda: “Sei mancino?”.
Nel nostro vivere quotidiano da destrimano la domanda sembra più che legittima e la risposta più che mai insoddisfacente per chi da sempre ha usato, per compiere ogni azione quotidiana, la parte sinistra del corpo; ma per un mancino è normale, è consuetudine usare, senza chiaramente chiedersi il perché, la mano sinistra.
Difficile capire la dinamica di come usare una mano che non è la “nostra”. Chi non ha mai provato almeno una volta nella vita a scrivere, maneggiare un oggetto, lanciare un pallone con la mano che non sia la sua? I risultati sono sorprendentemente (e forse non così tanto) scadenti.
Ovviamente chiedere ad un mancino la stessa prova non porta certo a risultati migliori. Non allarmiamoci: non è una disfunzione umana, ma una normale differenza genetica.
Numerosi studi di fisiologia umana hanno messo in evidenza che l’azione innata del mancinismo nasce fin dalle prime settimane di vita e la sua manifestazione più evidente (usare la mano sinistra) si afferma già nei primi anni di vita. La “colpa” di tutto ciò dipende dal cervello, nel quale l’eterna lotta dei due emisferi cerebrali (il destro e il sinistro), porta ad una differenziazione dei compiti degli arti umani con la predominanza di un emisfero sull’altro.
Nell’immaginario comune contemporaneo questa semplice, ma in fondo complessa differenza, non sembra avere conseguenze poi così negative. Nel passato medici, sacerdoti, psicologi e quant’altri non erano stati poi così leggeri nel giudicare i mancini.
Nella religione cristiana ed ebraica i mancini erano accusati di essere demoniaci (il significato etimologico era quello di infermo, mutilato e storpio) e i significati che ancora oggi sottendono la parola mancino sono innumerevoli e non certo rassicuranti: in inglese, tedesco francese e anche ovviamente in italiano la parola assume connotati negativi (ad esempio “sinistro” come sinonimo di “incidente”).
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La concezione che la “morte” sia sempre lì alla nostra sinistra ha sicuramente avvalorato, in tempi non poi così lontani, una concezione che i mancini avessero peculiarità non proprio positive.
Tuttavia, anche se oggi tutte le teorie negative relative ai mancini non hanno un peso nella nostra società ma sono tacciate come inutili pregiudizi, bisogna considerare con particolare attenzione che molti oggetti che sono usati dai destri (uno su tutti la penna stilografica, le forbici, temperini e quant’altri) non sono certo stati progettati e di seguito modificati per una persona che usa la mano diversa dalla destra.
Se nelle epoche più lontane l’essere mancini significava essere demoniaci o persona poco raccomandabile, nessuno aveva però fatto i conti con particolare attenzione. Sarà un caso o forse una certezza destinata ad essere studiata con dovizia dai scienziati, psichiatri e sociologi, che le figure più importanti del novecento erano mancini: personaggi come Einstein, Kant, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Picasso, musicisti come Beethoven e Mozart, Paul McCartney e Ringo Starr, Bob Dylan e Robert Plant, atleti come Pelè, Platini Maradona e Van Basten, il mito di Senna e il fenomeno Valentino Rossi.
Particolare coincidenza o una verità scientifica che persone destinate ad essere ricordate per doti spiccate d'intelligenza, estro e abilità particolari, facevano e fanno parte di quel mondo cosi vicino e lontano dal mondo dei destri. Che una nuova “Guerra dei mondi” non sia poi così remota?
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(07/10/2005)
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