RIFATTO E' BELLO?
RIFLESSIONI DI UN CHIRURGO

"Che mondo strano e affascinante sono le donne viste nello studio di un chirurgo plastico, e come sono diverse da quelle decise, sicure, fino ad essere a volte arroganti, che si incontrano nei negozi, negli uffici, dietro le scrivanie da manager "...Pensieri, simpatiche riflessioni e significative considerazioni di uno tra i più noti chirurghi plastici italiani. Tratto da DONNA & BENESSERE n° 1
di Marco Gasparotti
Per favore, non chiedetemi ancora una volta il seno di Ela Weber o le labbra di Francesca Neri o gli zigomi di Madonna!
L'abito non sempre fa il monaco: anche in chirurgia estetica.
Madonna non è solo un bel paio di zigomi: è fascino, è carisma, è intelligenza e capacità.
E voi mamme, non portatemi le vostre figlie sedicenni perché devono fare "il gruppo di “Domenica in”... e quindi sa, Professore, un seno più grande può significare un provino, e quindi una carriera da star!".

Migliaia di seni sono passati davanti alle telecamere, ma ben pochi ci sono rimasti.
Se vostro marito vi ha lasciato per la ragazzina di vent'anni, non gonfiatevi le labbra a 50 anni: non sarà certo per questo che forse tornerà da voi.

E' difficile fare il chirurgo plastico oggi. Io ho cominciato nel 1981, venti anni fa. Avevo 26 anni e dopo la specializzazione ho passato molto tempo in Brasile con il "Mestre", il maestro, come lo chiamano a Rio: Ivo Pitanguy.
Il quid in più che veramente si apprende da lui consiste in una “cosa” sola: la psicologia femminile. La donna che ti entra nello studio la si riesce a capire da un semplice dettaglio: da come si siede, da come ti guarda, da cosa ti sta per chiedere... si può prevedere se la sua domanda rispecchia una esigenza vera, che viene da dentro, o se sia l'espressione di una ossessionata ricerca di una bellezza astratta, spesso imposta dai falsi miti di oggi, che sarà, quindi, quasi sempre disillusa.

Che mondo strano e affascinante sono le donne viste nello studio di un chirurgo plastico, e come sono diverse da quelle decise, sicure, fino ad essere a volte arroganti, che si incontrano nei negozi, negli uffici, dietro le scrivanie da manager.

Più sono belle e più sono fragili, messe in crisi dall'arrivo della prima ruga o dalla vista di un cuscinetto di cellulite che prima non c'era, e che non va via neanche se ti uccidi in palestra e fai la fame.
Se solo sapessero quanto gli uomini, quelli veri, guardano più al fascino di una piccola ruga che al sopracciglio "stirato" tipo top model.


Dopo tutti questi anni passati nelle sale operatorie di ogni parte del mondo e dopo migliaia di interventi fatti, sono giunto alla conclusione che per una donna oggi debba essere molto duro vivere in pace con se stessa e con il proprio corpo. Giornali e televisione le bombardano con immagini di loro simili incredibilmente belle, alte, giovanissime, con labbra sensuali, grossi seni al vento e glutei superstrutturati.

Sembra proprio che tutto oggi ruoti attorno a questi tre caratteri sessuali secondari: bocca, seno e glutei. Ecco perché le richieste più frequenti sono l'aumento delle labbra, le protesi al seno e la liposcultura.

La chirurgia estetica, quindi, oggi è soprattutto una chirurgia a sfondo sessuale, vuoi per la carenza di uomini (almeno così mi dicono le pazienti), vuoi perché il nostro è sempre più un mondo di immagini forti, vuoi perché in effetti la "concorrenza" è spietata, e le coppie si separano sempre più in età giovane, ma non così tanto da riuscire a ricreare una vita a due.

Per non parlare poi delle “donne in carriera”: nonostante siano donne il cui peso "cerebrale" è notevole, puntano molto sulla seduzione del loro corpo. Le avvocatesse, le commercialiste, le direttrici di azienda, le promotrici finanziarie e le giornaliste, e non solo giovani, sono le più assidue frequentatrici delle sale operatorie.

Forse i contratti si firmano meglio con un seno più grosso? O forse semplicemente questo le rende più sicure durante un'arringa? Forse, invece, è tanta la parte della loro vita trascorsa tra quattro mura grigie, davanti ad un freddo computer, che farsi un regalo che le faccia star meglio e che le faccia sentire più femmine non è poi sbagliato!

Il 20% delle pazienti che si rivolgono al chirurgo plastico sono adolescenti: età tra 16 e 18anni. Si fanno regalare un nuovo seno per il compleanno o per la maturità, o preferiscono levarsi i "cuscinetti" di cellulite piuttosto che ricevere un motorino nuovo. E' giusto? E' sbagliato? Mah... nella logica in cui oggi i nostri figli vanno in discoteca a 14 anni e che le top model ne hanno 17, è comprensibile che molte ragazzine vadano in anoressia per somigliare alle Spice Girls.

E nonostante ciò, l'odiato cuscinetto non va via... In questo caso, se la chirurgia estetica riesce a risolvere un grave problema psicologico o di inserimento nel sociale o di introversione del carattere in un'età così delicata, per delle orecchie a sventola o un brutto naso o un "sedere" eccessivo, penso sia giusto operarsi. Se è solo perché il "branco" ti vuole "uguale" e non diversa, o perché non fai altro che andare alle riunioni del "Fan Club delle Spice", lo psicologo fa sicuramente più al caso tuo.

Certo anche a questa età non deve essere facile diventare donne in una società di plagio psicologico continuo e di mancanza di valori e di punti fermi.
E non deve essere facile neanche essere madri di adolescenti di oggi, se si escludono le madri mitomani che, peraltro, fanno molta tristezza (come Anna Magnani in "Bellissima").


E le nonne, sì dico le nonne, dove sono? Sull'onda delle terapie antiaging che arrivano dall'America, anche la richiesta da parte delle signore "over 55" è cambiata. Venti anni fa ci chiedevano la correzione delle borse sotto gli occhi o dei primi cedimenti del viso con il lifting. Oggi il lifting si fa a 40 anni e il "total body reshaping" (rimodellamento corporeo totale), per intenderci sollevamento del seno, dei glutei, la correzione del rilasciamento dell'addome, dell'interno cosce e delle braccia, a 60 e oltre.

Strano ma vero. Perché? Perché l'età media si è allungata ed è migliorata la qualità di vita, e se venti anni fa a 65 anni si andava ai giardinetti col nipotino, oggi si va con le amiche in crociera, con uno spirito e con un fisico da "giovani".
C'è poi un altro problema nel nostro lavoro: quello di far capire che la chirurgia estetica fatta bene è quella che non si vede o, per lo meno, quella che valorizza un dettaglio, che ridà luce ad un viso, che rimodella un corpo disarmonico, in maniera naturale e senza esagerazioni. Non so chi sia stato il primo di noi plastici a creare una donna "esagerata" (intendo di labbra e di seno): forse ha sbagliato l'intervento e, non volendo, purtroppo ha creato una moda. La moda che "rifatto è bello".

Le donne, specialmente le giovanissime, ti chiedono lo stravolgimento delle forme e dei volumi.
E tu prova a far loro capire che il seno, quello bello, non è gonfio sopra... ma è gonfio sotto!
Ma la donna secondo me più in crisi è quella che è invece la più invidiata: la moglie del chirurgo plastico.
Con la storia del "eata te che hai tuo marito che ti rifà gratis"corre seri rischi: o diventa lo squallido campionario del marito in "arrampicata sociale", o rischia di diventare come la moglie del calzolaio, l'unica che va in giro con le scarpe rotte. L'unica cioè che il marito non rifà perché "i amo così come sei : naturale"...

Ma è dunque meglio un bruttino naturale o un bello rifatto ? E cos'è oggi il bello? Come si diceva un tempo “ciò che piace” ...o ciò che è moda? Ed è sempre vero quello che dicono le pazienti: «non lo faccio per gli altri, lo faccio per me stessa», o è una bugia che ci diciamo ogni volta che ci guardiamo allo specchio?
E come si vede allo specchio un chirurgo plastico?
Su questo punto permettetemi di stendere un velo pietoso...


(29/08/2006)