ANTI-AGING: TRA BELLEZZA E GIOVINEZZA
Bellezza, secondo recenti studi e confronti, significa in primo luogo giovinezza. Ma come catturare e mantenere questa "fuggitiva"?
di Dott.ssa Liana Zorzi
Più che di bellezza, oggi si parla di giovinezza, anzi di ricerca della giovinezza. Sembra infatti che ricercare la “fonte della giovinezza” stia diventando un importante obiettivo, soprattutto tra le donne italiane, che, fino ad ora, hanno cercato di “ringiovanire” rivolgendosi alla medicina e chirurgia estetica per spianare le rughe del volto, intervenire sui fianchi resi morbidi e tondi dall’età, sollevare seni e appiattire addomi nella speranza di “tornare giovani”.

Essere belli, nella nostra società occidentale, equivale ad essere giovani; ma è innegabile che mentre la bellezza è determinata da fattori soggettivi, sociali e culturali (la bellezza non si valuta soltanto in termini di quantità di rughe!), la giovinezza, fino a poco tempo fa, sembrava essere un dato oggettivo, innegabilmente oggettivo, perché connaturato all’età anagrafica. Oggi invece, grazie ai progressi della medicina, alla chirurgia estetica, all’alimentazione, all’attenzione per la cura del corpo e della mente, si fatica a definire il limite in cui la giovinezza lascia il posto all’età della maturità, o almeno a quella che lascia i suoi segni su viso e corpo.

La giovinezza è diventata quindi una dimensione della vita che si può estendere nel tempo, prolungare all’età matura grazie alla medicina antiaging che, utilizzando integratori a base di antiossidanti e avvalendosi delle più moderne tecniche diagnostiche, agisce sulle cellule rallentando i processi di invecchiamento. Capita sempre più spesso infatti di vedere frizzanti 60 enni che potrebbero competere per vitalità e fascino con giovani 40 enni; anche nella pubblicità, oggi, si vedono “icone” mature, donne che non temono più di rispondere alla impertinente domanda sulla loro età.

Ma la ricerca della giovinezza è soltanto una questione di botox e bisturi, diete e palestra che interessa chi si avvicina alla “maturità del corpo”? E ancora, interessa solo a chi “se la può permettere”?
Dati raccolti dal Centro Studi per la Comunicazione nel 2004, rivelano che già a 30 anni gli italiani iniziano ad interessarsi al “restare giovani”, sottolineando così il timore di invecchiare male e il desiderio di prolungare il più a lungo possibile la vitalità, la forma fisica e psichica, nonché l’aspetto estetico della propria persona.


Vivere più a lungo e vivere bene è una sfida che interessa tutti gli Italiani, ma con differenze territoriali. Il 34% degli abitanti del Nord fa sistematicamente ricorso a strumenti di prevenzione dell’invecchiamento, ricercandoli più frequentemente tra le medicine alternative, gli integratori alimentari autoprescritti e l’ambiente dell’estetica.

L’autoprescrizione, che spesso è inefficace se non addirittura dannosa, non tiene conto del reale fabbisogno dell’organismo ma soggiace alle regole del mercato: ecco quindi che uno degli strumenti che la medicina antiaging sapientemente mette in campo per permetterci di “restare giovani a lungo”, se non prescritto da uno specialista, rischia di divenire inefficace. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, è al Sud che risiedono gli italiani che si rivolgono alla medicina tradizionale per richiedere soluzioni antiaging (45%). Al sud il primato spetta alle donne: sono infatti loro che si rivolgono al medico per richiedere prevenzione, intendendo azioni volte a rimuovere gli ostacoli che una salute non più giovane pone allo stile di vita che desiderano condurre.

E’ invece alta la percentuale (54%) di abitanti del Nord che non svolgono alcuna attività preventiva specifica confermando una cultura che applica modelli di vita basati sull’efficienza anche alla salute, in cui stare bene vuol dire poter svolgere senza problemi le attività lavorative. I lombardi, dalla ricerca del Censis, risultano essere più propensi all’attenzione per l’alimentazione (36,5%), acquistano prodotti biologici e cibi naturali, preferiscono uscire spesso dalla città in favore di luoghi salubri in cui riposare e svolgere attività sportiva, piuttosto che rivolgersi al medico per prevenire gli effetti di una vita stressante.

L’efficiente Nord cerca soluzioni rapide all’avanzare dell’età, risultati evidenti, immediati, trovando un valido aiuto, almeno per l’antiaging estetico, nella medicina e chirurgia estetica, ma sono le giovani donne del nord (58,6%) con età inferiore a 40 anni, che dedicano maggiore attenzione alla loro “giovinezza”, richiedendo alla medicina antiaging non solo soluzioni per mantenersi in forma e in salute ma anche per prevenire o cancellare i primi segni del tempo.
Il Centro Italia presenta una distribuzione quasi speculare al Nord, ma con una maggiore tendenza alla frequentazione di centri termali(21%) e all’alimentazione sana, dimostrando la propensione per un’azione poco “medicalizzata” nei confronti della medicina preventiva.

I dati di cui oggi disponiamo sulle aspettative degli italiani in merito alla propria salute non si prestano ad interpretazioni ambigue; se da una parte i comportamenti di acquisto di medicina antiaging ha una diffusione segmentata (per fasce d’età, per sesso, per aree geografiche, per zone urbane, ecc. ecc.), non omogenea sul piano nazionale, dall’altra, quando l’ obiettivo è mantenere la salute e la forma fisica, ponendo l’attenzione alla cura di aspetti quali la vitalità, la sessualità, la capacità di relazione e l’estetica, gli italiani sono tutti pienamente d’accordo!

Fonti citate: Censis 2003, Sinottica 2004 su campione di 48.153.000 italiani, Centro Studi per la Comunicazione 2004, S.I.C.P.R.E 2003.


(31/05/2005)