Studiando il comportamento degli animali si ha ormai la certezza di come questi riescano a comunicare con differenti atteggiamenti i loro diversi stati d’animo: dall’attrazione al corteggiamento, dalla sfida alla sottomissione, dal senso materno alla strategia di dominio su un territorio. Pulsioni ed emozioni che, per lo più, gli esseri umani affidano alla comunicazione verbale.
Le diverse teorie in materia di comunicazione non verbale hanno portato ad una suddivisione macroscopica dei messaggi trasmessi attraverso il linguaggio del corpo: ad esempio, l’avvicinarsi, il cambiare continuamente posizione sono sintomo sia di ansia che di interesse e di attrazione; il curare l’aspetto altrui indica confidenza, intimità, senso materno; indietreggiare è indice di repulsione, mentre irrigidirsi è un netto rifiuto.
Se orientiamo una qualsiasi parte del corpo in direzione del nostro interlocutore stiamo comunicando attenzione, interesse, attrazione; se, invece, la nostra respirazione subisce delle variazioni può essere a causa dell’ansia o del panico, ma può anche significare uno stato di eccitazione.
Dimostriamo accordo, gradimento, disponibilità, sintonia, ed intesa nel caso in cui riproduciamo l’atteggiamento dell’altro e siamo in una fase di corteggiamento e di seduzione se tendiamo a scoprirci.
Forte contrapposizione e fastidio dimostra lo scostarsi; cerchiamo, invece, conforto, protezione, possesso e richiesta di attenzione se tocchiamo il nostro interlocutore, mentre se lo sfioriamo nello stesso punto in cui si è stati toccati il nostro è un chiaro segnale di attrazione, di gradimento e di corteggiamento.
Oltre al linguaggio del corpo in generale, della postura e degli atteggiamenti complessivi anche la gestualità, riferita a specifiche parti del corpo, indica messaggi ben precisi. Ad esempio, se mostriamo, esibiamo o ci accarezziamo il collo e la gola il messaggio è corteggiamento, eccitazione, disponibilità sessuale, seduzione; se, invece, ci pizzichiamo il collo o la gola dimostriamo tensione, imbarazzo, disinteresse fino al rifiuto.
Gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito in quanto ogni parte del nostro corpo comunica e “parla”; infatti, anche i gesti più banali, senza giungere ad interpretazioni a volte assolutamente esasperate, possono definire uno stato d’animo.
Volendo, invece, pensare al linguaggio del corpo come ad un gioco di seduzione, l’antropologo David Givens ne ha individuato le fasi: dall’approccio in cui è importante farsi notare, al dimostrarsi innocui, dall’esaltare le proprie caratteristiche fino alla stimolazione della curiosità per indurre l’altro ad approfondire la nostra conoscenza.
Le fila di un rapporto si snodano, dunque, attraverso uno scaltro utilizzo del linguaggio del corpo.
Numerosi psicologi, peraltro, hanno studiato i comportamenti di uomini e donne per comprendere le tattiche femminili e maschili di approccio. Le donne, in genere, quando individuano un soggetto che suscita il loro interesse si allontanano dalla compagnia, scelgono un punto di osservazione e cominciano a guardarsi attorno, in modo apparentemente distratto, ma con insistenza.
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Nel momento in cui la donna intercetta uno sguardo altrettanto interessato ed “interessante", ci sarà dapprima un attimo di esitazione per poi iniziare una manovra di avvicinamento approfittando, magari, della presenza di un conoscente comune; il corpo, tuttavia, tradirà la pretestuosità dell’avvicinamento: il busto sarà orientato verso il “terzo incomodo”, ma le gambe, o anche solo un piede, in direzione di “lui”.
Le osservazioni hanno messo in evidenza che questo tipo di approccio ha successo nel maggior numero dei casi provocando una battuta non appena gli sguardi si incrociano.
L’uomo, per attrarre, adotta più o meno stratagemmi simili, ma con risultati il più delle volte deludenti. Se la donna segnala la sua disponibilità a flirtare attira quasi sempre l’attenzione e provoca interesse nell’uomo; al contrario, se le stesse cose le fa il maschio in genere non suscita facili entusiasmi.
A lui, quindi, non rimane che attendere di essere scelto e solo a quel punto può cominciare le manovre di avvicinamento e attendere che giunga un via libera dalla donna, frequentemente segnalato da un secondo sguardo o da altri gesti quali il lisciarsi i capelli con una mano oppure accarezzarsi la parte anteriore del collo o la spalla.
Da questo momento prende il via un fitto scambio di messaggi non verbali intesi a fare colpo, a sedurre e ad indurre l’altro a svelarsi ed a manifestare sempre più palesemente le sue intenzioni.
Se in materia di linguaggio del corpo i gesti, i movimenti e le posizioni assunte sono ormai campo di dissertazioni più o meno complesse, meno attenzione è dedicata all’utilizzo di uno dei sensi più importanti nel campo delle relazioni sociali: l’olfatto.
Il più delle volte, infatti, dimentichiamo quanta influenza abbia l’odore nei rapporti interpersonali e che, consciamente o inconsciamente, quanto più ci piace il profumo della pelle di qualcuno, tanto più lo troviamo interessante: un profumo talmente influente da divenire afrodisiaco. Questo potere di seduzione ci viene conferito soprattutto dalle molecole volatili dette ferormoni, ovvero delle sostanze legate agli ormoni sessuali.
Questi ultimi, nell’uomo, sono pressoché costanti nel tempo, mentre nella donna variano a seconda della fase del ciclo mestruale; così, di pari passo, cambia la profumazione dei ferormoni la cui emissione è dovuta alle ghiandole apocrine – localizzate in determinate zone dell’epidermide – che possiedono la particolare proprietà di provocare un’eccitazione sessuale anche in assenza di consapevolezza.
Pare infatti che, oltre a seguire il percorso nervoso delle altre molecole odorose, i ferormoni vengano anche captati da una struttura che si trova alla base del setto nasale chiamata “organo vomero-nasale”; da qui percorrerebbero un circuito nevoso, parallelo a quello olfattivo, che porterebbe il “messaggio” direttamente all’ipotalamo.
Come abbiamo dunque accennato all’inizio, anche in materia di comunicazione non verbale sarebbe opportuno osservare il mondo animale per comprendere appieno il senso di tanti nostri gesti e modi di fare solo apparentemente senza un significato preciso.
La psicologia, infatti, ci insegna che è possibile “leggere” ed “ascoltare” un linguaggio del corpo tutt’altro che muto o silenzioso mentre la medicina ci mostra che l’attrazione fisica, il più delle volte, è proprio “una questione di pelle"…
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