CLOCKY: IMPOSSIBILE NON SVEGLIARSI
Il tempo dei dormiglioni e dei risvegli lunghi è finito. Dagli Stati Uniti – e precisamente dal prestigioso MIT – arriva la sveglia che non si può spegnere allungando semplicemente la mano. Perché scappa.
di Laura Sarotto
Tutti i teorici degli “ancora cinque minuti” potrebbero ben presto avere vita dura. Già, perché in quel di Boston è nato l’osso duro che potrebbe una volta per tutte sconfiggere la pigrizia. O almeno darle battaglia senza esclusione di colpi. Si chiama Clocky, è piccola, pelosa e dotata di ruote…e si prepara a essere l’incubo mattutino di tutti i pigri del mondo!

Che cos’è?
Alzi la mano chi non l’ha mai fatto. Chi non ha mai schiacciato il tasto snooze della sveglia (quello, per intenderci, che interrompe momentaneamente la suoneria) per guadagnare qualche minuto sotto le coperte, al caldo, con la testa comodamente appoggiata sul proprio cuscino. Un semplice gesto per rimandare il risveglio, le preoccupazioni della giornata, il lavoro. Giusto per ricordare alla sveglia chi è che comanda. Perché si sa, la sveglianon è esattamente la migliore amica dell’uomo… Che abbia un trillo stridulo e sgradevole o che ci risvegli con il suono del cinguettio degli uccelli e l’aroma del caffè, che sia un elemento d’arredo di design di ultima generazione o un oggetto essenziale e pratico, poco importa. Perché spetta all’odioso aggeggio risvegliarci dai nostri sogni e farci piombare direttamente nella nuova giornata. E a noi trovare il modo di renderle duro il compito.

Con Clocky, questo gesto automatico non sarà più possibile. Perché questa bizzarra sveglia suona, si spegne e poi scappa e suona nuovamente più forte, lontano dalla portata delle nostre mani, per quanto lunghe siano le braccia.
L’oggetto è essenziale: un cilindro ricoperto di moquette su cui sono state montate delle ruote. All’interno gli ingranaggi per muoversi. E ovviamente, l’orologio con tanto di display. Ricorda un po’un animaletto da compagnia. Un topolino d’India o una cavia.
Quando suona la prima volta, agisce come qualunque sveglia. Schiacciando il tasto snooze, infatti, è possibile guadagnare altri preziosissimi minuti a letto. Ma è a questo punto che Clocky si differenzia da qualsiasi altra sveglia in circolazione e rivela per intero la sua perfidia. Già, perché chi è abituato a schiacciare ripetutamente il tasto di sospensione più e più volte, troverà in questa piccola buffa sveglia un vero ostacolo. Dopo che viene messa in pausa la prima volta, infatti, Clocky scappa. Gli ingranaggi muovono le ruote e allontanano l’oggetto dalla portata del padrone. La sveglia si sposta scostandosi sempre di più, in maniera casuale, ma ogni volta diversa. E ogni trillo si fa sempre più alto di volume, finché non si è costretti ad alzarsi, cercarla e spegnerla con un apposito pulsante ben nascosto. A quel punto si è già in piedi e con gli occhi aperti.

Se c’è già chi sta pensando che per “farla” a Clocky basta metterla su un comodino o una mensolina in modo che cada quando si mette in moto, sarà deluso dal fatto che Clocky è stata progettata proprio per questo. Sotto la moquette, infatti, strati di gommapiuma e di spugna proteggono gli ingranaggi da “salti” e urti contro mobili e oggetti.
E non finisce qui, perché al suo interno, questa speciale sveglia ha un microprocessore che decide che percorso fare e a quale velocità, cambiandoli di volta in volta.


Chi l’ha inventata
A inventare Clocky non è stata qualche casa giapponese esperta in materia, ma una studentessa di 25 anni, di origine indiana, che si chiama Gauri Nanda. Gauri è una brillante studentessa del prestigioso MIT di Boston, una di quelle scuole che sforna piccoli geni della tecnologia. Quando il professore del corso di design industriale ha dato ai suoi studenti il compito di pensare a un prodotto di uso comune, Gauri ha inventato Clocky, ispirandosi a se stessa e alle lunghe lotte con la sveglia (pare che una mattina sia riuscita a premere il malefico tasto snooze per ben due ore…). Clocky è nata quindi da un giusto mix di creatività e di esigenze quotidiane.
Certo, a ben vedere l’aspetto non è dei più belli e la sadica sveglietta può essere ancora perfezionata parecchio al punto di vista estetico. Ma la sua funzionalità è garantita.
(Per saperne di più, basta ciccare sul sito ufficiale: http://web.media.mit.edu/%7enanda/projects/clocky.html.)

E il mercato attende
Per il momento l’invenzione di Gauri Nanda non è in vendita. Clocky è infatti solo un prototipo nato per un compito universitario. La sua fama ha però ormai fatto il giro del mondo.
Diciamo pure la verità: Clocky è insopportabile. Nemica giurata di chi fa degli ultimi cinque minuti un’arte, avversaria prediletta di tutti coloro che al mattino ci mettono più di qualche secondo a carburare, acerrima antagonista di quelli non si alzerebbero mai dal letto. Quell’aria tenera da cucciolo di casa, nasconde diabolici ingranaggi pensati per disturbare il sonno (e il risveglio) dei più accaniti pigri. Eppure l’aspetto spartano, ma simpatico e una funzionalità indubbiamente geniale ne fa davvero un accessorio appetibile. Con un po’ di aggiustamenti e qualche miglioria, Clocky farà tanta strada. C’è da giurarci.


(14/04/2005)