Ero solo un bambino quando Adriano Celentano mandò in onda le immagini dello sterminio cui erano sottoposte le foche, uccise a bastonate per la loro “preziosa” pelliccia. Rimasi talmente sconvolto dalle immagini cruente che mostravano le bastonate date sulle teste dei cuccioli di foca da cominciare a piangere per lunghi minuti. Non ho mai dimenticato quelle immagini.
Oggi non sono più un bambino impressionabile, eppure provo ancora raccapriccio di fronte a certe mostruosità. Mi chiedo come si possano uccidere così delle creature viventi. Mi chiedo come si possa essere così ciechi da indossare capi estratti dal dolore e dal terrore.
La pelle di foca, infatti, è destinata alle pellicce, mentre il pene di questi splendidi animali è utilizzato per sostanze afrodisiache destinate a uomini che sperano di compensare così le loro scarse prestazioni sessuali.
Purtroppo, quello delle pellicce e degli altri estratti animali destinati a mercati diversi da quello alimentare, è un tema talmente dibattuto e approfondito, che evitare la retorica diventa quasi impossibile.
Ma non si può rimanere inerti di fronte alla decisione del governo canadese che ha incomprensibilmente deciso di aprire la caccia a 975.000 cuccioli (!) di foca da ammazzare in 3 anni (2003-2006). Anche in Canada, come in Italia, la lobby dei cacciatori sembra avere un potere infinitamente più grande rispetto al numero di persone e di industrie coinvolte.
Il governo canadese, infatti, per agevolare l’esportazione di pellicce, finisce col rendersi impopolare in tutto il pianeta, come dimostrano le migliaia di petizioni e di minacce di boicottaggio che si sono levate ai quattro angoli del pianeta.
La scusa, vergognosa addotta dal governo canadese è l’eccessiva sovrappopolazione di questa specie. In pratica, si accusano le foche di essere le responsabili del declino delle risorse ittiche ed in particolare degli stock di merluzzo. Numerose ricerche scientifiche dimostrano, invece, che il declino è dovuto allo sfruttamento eccessivo e sconsiderato delle risorse del mare.
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