Tale risultato porta acqua al mulino della teoria della selezione di gruppo, demolita negli anni Sessanta da quella che considerava la reciprocità come unica spiegazione ammissibile dell’altruismo.”
“L’altruismo” conclude Rosaria Conte dell’Istc-Cnr “può essere una strategia vincente anche in grandi comunità, purché gli individui siano dotati di una certa intelligenza. Se gli individui agiscono in base ai loro scopi-che variano sia in senso altruistico che egoistico- osservando gli effetti su di sé delle azioni altrui, l’altruismo sopravvivrà e si diffonderà di più dell’egoismo, perché fa più proseliti. I “bari”, che rifiutano l’aiuto anche a chi, come nel caso dei vampiri, è in fin di vita, vengono imitati più raramente.
E sono proprio le forme estreme e vulnerabili di altruismo, come il martirio, ad avere il maggior numero di seguaci. Il proselitismo degli altruisti rende relativamente inoffensivo il comportamento parassitario e truffaldino anche senza l’aiuto delle anguste pareti del nido, e permette quindi la formazione di comunità più ampie di quanto non accada fra i pipistrelli.” Ecco perché gesti eroici, martirio, ecc. si diffondono in ondate epocali. Di per sé l’altruismo rafforza il gruppo, a condizione che questo si isoli. Ma è l’altruismo intelligente che consente alla nostra specie di organizzarsi in gruppi sempre più vasti, - forse anche nella grande rete internet - senza isolarsi, ma supportando i nuovi arrivati e neutralizzando i bari con la forza dei suoi argomenti”.
Per saperne di più: Rosaria Conte, Istc-Cnr, tel. 06/86090210, rosaria.conte@istc.cnr.it, Mario Paolucci, Istc- Cnr, tel. 06/86090215, mario.paolucci@istc.cnr.it , Gennaro Di Tosto Istc- Cnr, tel. 86090518, gennaro.ditosto@istc.cnr.it
Conoscere la terra che abiti è benessere
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